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Cronaca

Imprenditore albanese ucciso a colpi di pistola: il processo slitta al prossimo anno

Fatmir Ara era stato trovato morto nelle campagne di San Carlo Canavese

ara fatmir

Ara Fatmir, la vittima

Slitta al 7 febbraio 2024 il processo in Corte d'Assise a Ivrea per l'omicidio dell'imprenditore albanese Fatmir Ara, 45 anni di Mathi, ucciso a fucilate, nel settembre 2022 a San Carlo Canavese. All'udienza pre-dibattimentale, era assente la presidente della Corte, la giudice Stefania Cugge, ed il presidente del Tribunale di Ivrea, Vincenzo Bevilacqua, in sostituzione, è prossimo al trasferimento a Torino. Per questo motivo l'udienza è stata rinviata.

A processo per omicidio premeditato Davide Osella Ghena, 31 anni, in concorso con la sorella Barbara, 43 anni, e Andrea Fagnoni, un amico di 29 anni. Fatmir Ara era uscito di casa, venerdì mattina poco dopo le 7,30 per raggiungere gli operai in un cantiere del basso Piemonte. Ma a quell’appuntamento non sarebbe mai arrivato.

A portare i carabinieri lì in quella boscaglia sono state alcune chiamate che segnalavano la presenza di un’auto station wagon di colore blu parcheggiata da due giorni a pochi metri da dove è poi stato rinvenuto il corpo di Ara. L’uomo era un impresario edile. Un volto conosciuto alle forze dell’ordine, già condannato in tribunale a Ivrea a tre anni per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ora stava espiando la pena ai domiciliari.

Il processo al tribunale di Ivrea è stato rimandato

Grazie al permesso del giudice, poteva uscire per lavorare, Ara, ma poi doveva tornare a casa, dove lo attendevano la sua seconda compagna e due bimbi piccoli.  Altri due figli Ara li aveva avuti da un matrimonio precedente.

Quella condanna a tre anni era arrivata a conclusione di un processo avviato nel 2019 perché nel maggio di due anni fa i carabinieri smantellarono un’organizzazione di italiani e albanesi che rifornivano di cocaina tutta la piazza del Ciriacese, delle Valli di Lanzo e del Basso Canavese.

Gli investigatori riuscirono ad appurare che il sodalizio era in grado di rifornire 250 clienti per un giro d’affari di circa 600 mila euro l’anno reinvestiti anche per l’acquisto di immobili all’estero. E Fatmir, conosciuto come “Miri” - che all’epoca aveva ottenuto in gestione una pizzeria a Ciriè - sarebbe stato il capo dell’organizzazione.

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