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Cronaca

Professoressa fa sesso con l'alunno di 14 anni e si tatua il suo nome

E' stata condannata dal Tribunale a 3 anni e 10 mesi di carcere

Scuola

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E' stata condannata a tre anni e dieci mesi di carcere la sexy insegnante di scuola media accusata di aver fatto sesso con un suo alunno. Lei 36 anni, lui appena 14.

Per i giudici del Tribunale di Cuneo si sarebbe trattato di abusi sessuali su minore e atti persecutori e non hanno creduto alla tesi difensiva di un rapporto alla pari tra l'insegnante, classe 1981, residente a Savigliano, e un quattordicenne che le era stato affidato durante una docenza di sostegno.

Per la donna, classe 1981, la Procura di Cuneo aveva chiesto una condanna a sette anni di reclusione. Secondo il pm avrebbe plagiato il suo protetto fino a indurlo ad accusare la madre di inesistenti maltrattamenti, solo per passare una notte insieme alla prof-amante. Una prassi, quella di recarsi a casa dell'insegnante, ripetutasi durante tutte le vacanze di Natale. La scusa era legata al fatto che l'adolescente doveva preparare da privatista l'esame di terza media.

A scoprire il torbido rapporto che si era creato tra l'insegnante e il quattordicenne, era stata la mamma dell'alunno. Sullo smatphone del figlio aveva trovato foto, messaggi e chat hard dai contenuti inequivocabili. 

Gli inquirenti, proprio a partire da quelle foto e da quei messaggi avevano ricostruito la relazione che sarebbe andata avanti per mesi.

Un coinvolgimento più che sessuale da parte della donna che era arrivata a tatuarsi sulla pelle il nome dell'allievo.

Messa di fronte alle accuse, la prof. ha ammesso in Tribunale i rapporti sessuali, dicendo però che sarebbero stati consumati quando i due non erano più alunno e docente. Nella sentenza di primo grado è stato disposto anche il pagamento di 30mila euro alla parte civile, a titolo di risarcimento.

L'insegnante, sospesa e poi rientrata in servizio, è stata dichiarata interdetta in perpetuo da incarichi in scuole di ogni ordine e grado.

Quella che potrebbe sembrare solo una fantasia erotica è capitato spesso, invece, che diventasse un caso di cronaca giudiziaria come quello di Cuneo.

LA PROF. SENZA FRENI INIBITORI

Alcuni anni fa, un caso simile si era verificato a Bergamo. Nel giugno del 2018, a finire sul banco degli imputati, era stata un'insegnante di lettere di scuola media. Quarant'anni, due figli, un matrimonio finito. In mano agli inquirenti sms, intercettazioni. La donna a causa di questa vicenda era anche finita agli arresti domiciliari. Il giudice aveva motivato la misura cautelare con l’ "assenza di freni inibitori" dell’insegnante.

Secondo la Procura, tra alunno e insegnante c’era "Una relazione affettiva con atti sessuali".

Le relazioni sentimentali tra insegnanti e studenti sono un tema delicato che solleva domande sulla responsabilità, l'etica e le norme sociali.

LA PROF SCAMBISTA

Una decina di anni fa anche qui in Canavese c'era stato un episodio, finito in Tribunale, che aveva attirato l'attenzione di media e opinione pubblica.

Parliamo della bella insegnante di scuola superiore, giovane e avvenente, fisico slanciato e tacchi a spillo che aveva organizzato una serata in un club per scambisti con due sue alunne ancora minorenni.

La prof. era finita in Tribunale per violenza privata perché avrebbe minacciato di bocciare le sue ragazze se avessero parlato della serata con qualcuno.

Le voci su quella serata hard, invece, si erano diffuse eccome, fino ad arrivare alle orecchie della preside che non ci aveva pensato due volte ad andare alla polizia per denunciare quanto avvenuto e licenziare l'insegnante.

Il racconto 'boccaccesco' era stato poi confermato sul banco dei testimoni da un amico dell'insegnante.

L'uomo che in quella famosa serata del giugno 2010 aveva accompagnato le tre donne al club per scambisti, riferì dei drink consumati sui divanetti del locali dalle luci soffuse, delle battute e delle risatine.

"Non sapevo che una di loro fosse minorenne - aveva detto ai giudici -. Non chiedo mai l'età a una donna".

L'insegnante, nel frattempo aveva vinto la causa contro il licenziamento ottenendo anche un risarcimento economico.

Attraverso il suo avvocato aveva sempre raccontato un’altra versione. "Quelle due studentesse non sono mai entrate nel privée", sosteneva il legale.

Niente sesso, dunque, ma solo il desiderio di scoprire quel mondo tanto decantato dalla loro insegnante. Tanta "curiosità", insomma, quella che ha finito per rendere pubblica la storia.

L'insegnante, in aula, si è sempre difesa respingendo ogni accusa: "Non ho mai minacciato di bocciare le allieve anche perchè all'epoca gli scrutini si erano già conclusi e io non facevo parte della commissione esaminatrice".

E' stata assolta per non aver commesso il fatto.

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