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Cronaca
02 Settembre 2023 - 21:32
A Brandizzo 67 anni fa, in un incidente analogo a quello di mercoledì notte, morirono sui binari della stessa linea ferroviaria due operai di Borgo Vercelli.
Lo ha ricordato il sindaco di Borgo Vercelli Mario Demagistri.
Era il 29 marzo del 1956. Allora gli operai morti - che stavano riparando le traversine - furono due.
Erano entrambi di Borgo Vercelli. e la ditta di Borgo Vercelli per cui lavoravano - la Cooperativa Operaia - era l'«antenata» della Sigifer. Riparava la linea per conto delle Ferrovie, proprio come oggi.
All'epoca la “misura di sicurezza” era un trombettiere: c'era un ferroviere che suonava la cornetta quando stava per arrivare un treno. E se non lo sentivi...
Si chiamavano Luigi Beretta di 36 anni - oggi la figlia Ivana ha riportato la notizia su Facebook - ed Evasio Innocenti di 35 anni.
Un'automotrice, che non aveva avuto il segnale di stop, piombò all'improvviso su alcuni operai che stavano facendo dei lavori per rinforzare le traversine delle linee ferroviarie. Alcuni colleghi riuscirono a salvarsi.
L'ARTICOLO DE LA STAMPA DEL 30 MARZO 1956 CHE RIPORTA LA NOTIZIA
Nell'articolo del quotidiano La Stampa del 30 marzo 1956 che parla dell'incidente, si dice che sempre in quel tratto di ferrovia, a Brandizzo, qualche anno prima altri quattro operai erano stati investiti e dilaniati da un treno rapido.
Airaudo: "Negli incidenti sul lavoro non c'è errore umano"
"Il governo vuole che la priorità sia la sicurezza? Allora riveda il sistema delle manutenzioni delle aziende, a partire da Rfi, che usano il subappalto. Si scaricano i costi sui lavoratori più deboli, condizionati da tempi che non possono gestire. Dalle testimonianze dei lavoratori sta emergendo che il sistema delle manutenzioni Rfi ha una prassi che forza le procedure che dovrebbero tutelare la sicurezza".
Lo afferma Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte.
"Gli errori umani negli incidenti sul lavoro - osserva Airaudo - non esistono. Vuol dire che le imprese hanno processi decisionali che non consentono di evitare quegli errori e questo, nell'epoca della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale, non è concepibile. Si scaricano tempi e costi sui lavoratori più fragili e peggio pagati, che devono fare il lavoro di corsa. Non bisogna fermarsi a facili capri espiatori colpendo le ultime rotelle di un ingranaggio, ma risalire alle responsabilità".
Airaudo aggiunge che la strada è quella indicata dall'ex procuratore Raffaele Guariniello.
"Abbiamo buone leggi a tutela dei lavori, ma bisogna arrivare una procura speciale che si occupi degli incidenti sul lavoro, che sia dotata di mezzi e strumenti in modo da garantire indagini rapide, processi rapidi e sentenze eseguibili. La maggior parte dei processi finisce con la prescrizione".
Palloncini, mazzi di fiori, striscioni e grandi fotografie ricordo non solo sotto la casa di corso XXVI Aprile di Kevin Laganà, la più giovane vittima dell'incidente di Brandizzo, ma anche nella casa di Vercelli in cui fino all'anno scorso ha vissuto Michael Zanera, 34 anni, travolto dal convoglio sulla linea Torino-Milano.
Michael Zanera aveva 34 anni
"Era un ragazzo sveglio, intelligente, gli piaceva troppo quel lavoro - racconta Marco Faraci, lo zio di Michael - Un ragazzo in gamba, volenteroso, anche se sapeva che certe cose non andavano bene faceva finta di nulla, si sforzava e andava avanti sul lavoro".
Al rione Isola tante persone si sono radunate nelle scorse ore per un omaggio a Michael, che dal 2022 aveva lasciato la casa della mamma per trasferirsi da solo in una villetta alla periferia di Borgo Vercelli.
Tra i presenti nel cortile anche alcuni parenti di Kevin, uniti nel segno del dolore ai familiari del 34enne Michael. Sulla sua bacheca Facebook è un continuo di messaggi di ricordo e amicizia: "Non ci sono parole per descrivere questo grosso dolore che abbiamo nei nostri cuori - recita uno dei post -, cinque vite tolte alle famiglie e amici che vi volevano bene. Questo grande dolore ci ha uniti tutti, ma non dimenticheremo mai perché voi in qualche modo non ci avete abbandonato".
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