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Cronaca
20 Luglio 2023 - 23:17
I carabinieri all'aeroporto di Malpensa
Arrestato sei giorni fa a Malpensa su mandato delle autorità russe per "associazione per delinquere, violazione del diritto d'autore e organizzazione di gioco d'azzardo", un 42enne, nato a Mosca e in arrivo con un volo da Tel Aviv, ha spiegato ai giudici milanesi di essere cittadino "israeliano", imprenditore nel settore dei software e un "finanziatore" della resistenza ucraina.
La Corte d'Appello di Milano lo ha scarcerato su istanza degli avvocati Antonio Buondonno e Davide Poberejskii, dopo che ieri il Ministero della Giustizia ha chiesto per lui la revoca "di ogni misura cautelare a scopo estradizionale" verso la Russia.
"Specifico che non ho la nazionalità russa in quanto mia madre era ebrea e mio padre ucraino", ha spiegato Dmitry Samsonov nell'udienza per l'identificazione tre giorni fa, dopo essere stato arrestato e portato nel carcere di Busto Arsizio (Varese).
Ha detto di essere residente a Tel Aviv e di avere anche una casa a Milano.
"In Ucraina - ha aggiunto, spiegando pure di averci vissuto fino all'invasione russa - ho un fondo di investimenti che vende licenze alle società di software".
E poi ancora ha voluto chiarire, tra le altre cose: "Finanzio i militari in Ucraina affinché combattano per la libertà nella guerra contro la Russia, ciò è risaputo in Russia, dove è considerato terrorismo".
Scene dai territori di guerra
Anche nell'istanza di scarcerazione i suoi legali hanno parlato di finanziamenti "tracciati" effettuati dall'imprenditore a favore di un "fondo aperto dal Governo ucraino": ad esempio, di 15mila euro versati ad un "programma ucraino per i disertori russi", di 182mila euro dati per "l'acquisto di obbligazioni militari ucraine" e ancora di importi periodici, anche da 2.500 euro, dal marzo 2023 versati come "donazione" al Governo ucraino.
Tra l'altro, la difesa ha fatto presente che Samsonov negli ultimi mesi ha portato avanti una compagna sui social "di invito alla diserzione" contro Mosca.
Ieri alla Corte d'Appello di Milano è arrivata anche una nota del Ministero della Giustizia, che ha chiesto la revoca della misura cautelare (il mandato d'arresto russo era del 31 marzo scorso), facendo presente che non si può non tenere conto "della situazione" che si è determinata in Ucraina "a seguito dell'invasione militare".
E che "le violazioni dei diritti umani nella Federazione russa rappresentano allo stato una situazione diffusa", di "carattere sistemico o comunque generalizzato".
Ed è quindi altro il rischio, ha scritto il Ministero, "in caso di estradizione" di "trattamenti" inumani per Samsonov.
Con un provvedimento firmato dalla quinta sezione d'appello di Milano (collegio De Magistris-Barbara-Arnaldi) l'uomo è stato scarcerato, dopo che anche il sostituto procuratore generale Laura Gay aveva dato parere favorevole.
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