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Cronaca
22 Giugno 2023 - 10:05
Spaccio (foto d'archivio)
Sei giovani provenienti da Cafasse e Mathi sono stati citati a comparire in tribunale con l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di favoreggiamento. Questi individui, tutti con età compresa tra i 20 e i 25 anni, presentano anche precedenti legati al consumo di droga.
I carabinieri di Fiano hanno condotto un'indagine che ha rivelato che la banda era coinvolta nello smercio di cocaina, hashish, marijuana ed ecstasy nelle aree di Lanzo, Fiano, Cafasse, Robassomero e Mathi. I membri della banda sono noti in queste località per la loro facilità nel reperire droga sul mercato torinese.
Le indagini dei carabinieri di Fiano sono iniziate nell'agosto 2021, quando, in seguito a diverse segnalazioni, gli investigatori hanno scoperto che lo spaccio avveniva nel cimitero di Cafasse. Per non destare sospetti, i trafficanti si incontravano con i loro clienti tra le tombe, ritenendo che nessuno si sarebbe insospettito.
Tuttavia, dopo una serie di accertamenti e appostamenti, i carabinieri hanno scoperto che la banda operava effettivamente nel cimitero e si era estesa fino a Robassomero. Ulteriori controlli e pedinamenti hanno dimostrato che lo spaccio raggiungeva anche Lanzo, la zona più redditizia.
Durante una perquisizione e l'arresto di un 25enne di Cafasse, gli inquirenti sono riusciti a sequestrare 20 dosi di cocaina di ottima qualità destinate ai clienti di Lanzo.In un'altra occasione, una ragazza di 21 anni, durante una perquisizione domiciliare, ha cercato di fuggire gettandosi dal balcone, ma è stata soccorsa dai medici e dagli infermieri del 118.
Le indagini dei carabinieri di Fiano, concluse nel dicembre 2021, hanno portato già all'incarcerazione di tre ragazzi appartenenti alla banda. Ora, insieme ad altri tre indagati, anche loro residenti a Mathi e Cafasse, dovranno affrontare il processo presso il tribunale di Ivrea.
Gli investigatori sono riusciti anche a identificare una quindicina di consumatori che acquistavano stupefacenti e, in alcuni casi, li cedevano in quantità minime. Le indagini sono ancora in corso poiché i carabinieri stanno valutando alcune ipotesi riguardanti i canali di approvvigionamento di droga utilizzati dai sei imputati.
Questi canali rientrano nel cosiddetto "livello superiore", che gestisce direttamente i fornitori, i quali sono spesso collegati alle organizzazioni criminali calabresi che monopolizzano il traffico di droga. Questi canali conducono a Ciriè, ma anche a Torino e all'hinterland, dove operano diverse realtà criminali di rilievo.
Va sottolineato che alcuni dei sei giovani, anche quelli senza precedenti penali, hanno già scelto di sottoporsi all'interrogatorio dei magistrati, rispondendo alle domande e raccontando la propria versione dei fatti.
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