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08 Maggio 2023 - 23:05
(Foto di repertorio)
Con un trapianto di fegato considerato dai medici ai limiti dell'impossibile e durato 16 ore, è stata salvata la vita a un ragazzino di 13 anni, affetto da una rarissima anomalia nella circolazione del sangue nell'addome, che gli aveva provocato una grave patologia cardio-polmonare.
L'intervento è stato eseguito all'ospedale Molinette di Torino; l'organo impiantato è quello donato dalla famiglia di un bambino morto in Germania.
Le Molinette di Torino
Il tredicenne, seguito dagli specialisti della Gastroenterologia pediatrica dell'ospedale Regina Margherita di Torino, è nato con la sindrome di Abernethy, caratterizzata dall'associazione tra malformazioni capillari multiple, artero-venosa e fistole artero-venose e da sempre soffriva di una intossicazione cronica, perché tutto il sangue che arrivava dall'intestino non veniva filtrato dal fegato e andava direttamente al cuore e ai polmoni.
In questi casi, il trapianto di fegato è l'unica opzione terapeutica, e di solito viene fatto al momento della comparsa di una complicanza. Ma il piccolo paziente aveva sviluppato nel tempo anche l'ipertensione polmonare, che rende il trapianto così rischioso da essere controindicato.
E' stato necessario un anno di cure, condotte congiuntamente dai cardiologi del Regina Margherita e delle Molinette, usando una combinazione di farmaci a dosaggi raramente usati in pediatria, per portare il bambino nelle migliori condizioni possibili al trapianto che è stato eseguito in circolazione extracorporea, perché altrimenti il bambino non sarebbe sopravvissuto. L'operazione è riuscita e il decorso postoperatorio è stato regolare. Il bambino è stato dimesso, sottolineano i medici, "in condizioni molto buone".
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