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Cronaca
13 Marzo 2023 - 15:44
foto d'archivio
Un autotrasportatore di 39 anni, residente a Torino, è stato condannato a sette mesi di reclusione e alla sospensione della patente di guida per sei mesi per aver investito e ucciso due ciclisti con il proprio furgone.
L’uomo era già stato condannato una prima volta per la morte di uno dei ciclisti e il ferimento dell’altro, avvenuti nel marzo del 2006.
In quell’occasione, aveva patteggiato una condanna a un anno e tre mesi.
L’autotrasportatore, originario della Romania, è stato nuovamente processato per omicidio colposo in seguito alla morte del secondo ciclista, avvenuta nel luglio del 2018. Quest’ultimo era stato investito dal furgone dell’uomo il 18 aprile del 2006 mentre si trovava sulla provinciale tra San Benigno Canavese e Foglizzo.
Nonostante i lunghi tentativi di guarigione, il ciclista, all’epoca 48enne e residente a San Benigno, non si era più ripreso dall’incidente e era deceduto cinque anni fa.
L’autotrasportatore è stato pertanto condannato una seconda volta in tribunale, confermando la sua responsabilità nell’incidente e la conseguente condanna a sette mesi di reclusione e alla sospensione della patente di guida per sei mesi.
La sentenza rappresenta una giusta applicazione della legge e una forma di giustizia per le famiglie delle vittime.
In Italia, il numero di ciclisti coinvolti in incidenti stradali rimane preoccupante. Secondo i dati dell’ISTAT, nel 2020 si sono verificati ben 4.328 incidenti che hanno coinvolto ciclisti, con un bilancio di 236 morti e 4.261 feriti.
Questi numeri rappresentano una triste realtà, che deve essere affrontata con maggior attenzione e impegno da parte delle autorità competenti e dei conducenti di veicoli.
Le cause degli incidenti che coinvolgono i ciclisti sono molteplici, ma in gran parte sono dovute alla mancanza di rispetto delle regole stradali da parte dei conducenti di auto e motocicli.
Spesso, infatti, i ciclisti vengono investiti a causa di manovre imprudenti, sorpassi pericolosi e alla scarsa visibilità dei ciclisti stessi.
Per contrastare questo fenomeno, sono necessarie politiche pubbliche volte a promuovere la cultura della sicurezza stradale, l’educazione dei conducenti e la diffusione di una cultura della convivenza pacifica tra i vari utenti della strada.
Inoltre, è fondamentale investire nella creazione di piste ciclabili protette, che permettano ai ciclisti di muoversi in sicurezza, senza il rischio di essere investiti da veicoli più grandi.
In sintesi, la sicurezza stradale è una responsabilità di tutti, dalle autorità ai conducenti di veicoli, ai ciclisti stessi.
Solo attraverso una maggiore consapevolezza e attenzione, sarà possibile ridurre il numero di incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti e garantire una mobilità più sicura per tutti.
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