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22 Marzo 2021 - 15:42
Carabinieri
Nel Comune vercellese che è entrato in zona rossa prima del resto Piemonte, poichè i casi di positivi al Covid-19 stavano aumentando in maniera esponenziale, sono stati intensificati i servizi 24 ore su 24 da parte delle pattuglie della stazione locale dei carabinieri supportate anche da quelle delle stazioni limitrofe (Casanova Elvo, Cigliano, Livorno Ferraris, Ronsecco, Santhià e Trino).
La sera di venerdì 19 marzo una pattuglia della stazione di Crescentino ha identificato in città due giovani del posto, poco più che ventenni. Notando che entrambi erano molto agitati, i militi hanno effettuato un controllo in banca dati da cui è emerso che erano stati messi in quarantena nelle rispettive abitazioni, in quanto positivi al Covid-19.
I due giovani si giustificavano asserendo di abitare poco distante e di aver deciso di uscire di casa perché stanchi ed annoiati dai diversi giorni trascorsi in casa.
Gli accertamenti successivi permettevano di stabilire che i due avevano fatto il tampone - risultato positivo - nei primi giorni di marzo e quindi erano stati messi in quarantena dall’Asl nelle rispettive abitazioni. Poi, dopo una settimana, poichè il secondo tampone era ancora positivo, erano dovuti rimanere ancora in quarantena, non potendo uscire finchè non avessero fatto un tampone con esito negativo e di conseguenza ottenuto dall’Asl il permesso ad interrompere la quarantena.
Alla luce di tale riscontro, i carabinieri hanno invitato i due a rientrare immediatamente a casa eli hanno deferti alla Procura della Repubblica di Vercelli per violazione del Testo unico delle leggi sanitarie: “Chiunque non osserva un ordine legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva dell’uomo è punito con l’arresto da 3 a 18 mesi e con l’ammenda da euro 500 ad euro 5000”.
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