“Sappiamo che va pagata. Non chiedermi altro perché noi stessi non ci capiamo niente. Penso che metteremo le istruzioni sul sito Internet del Comune, www.cirie.net: è la cosa migliore che possiamo fare”. Anche Francesco Brizio si arrende: la “mini-Imu” va pagata; il termine è il 24 gennaio, ma neanche a Palazzo D’Oria sanno come. Le certezze però finiscono qui, perché il calcolo della somma dovuta per la mini-Imu è così complicato che gli esperti sconsigliano il fai-da-te e raccomandano ai contribuenti di affidarsi ai Caf o agli uffici tributari dei Comuni. La scadenza. C’è stato uno slittamento, ma non dovrebbe esserci alcun balletto di date: si doveva pagare entro il 16, di questo mese, la legge di Stabilità ha deciso che era meglio il 24. Chi deve pagare: la mini-Imu si paga proprio sulle prime case (e sulle loro pertinenze, cioè garage e cantine), mentre tutte le altre categorie di immobili hanno già saldato i conti col Fisco con il salasso dell’anno scorso. Però, attenzione, c’è anche un criterio di selezione geografica: la mini-Imu non va pagata dappertutto, ma solo nei 2436 Comuni (sugli 8 mila e passa italiani) che hanno aumentato l’aliquota nel 2013 rispetto al 2012. Questi Comuni si possono identificare chiedendo l’informazione al proprio municipio o guardando su Internet. Si può anche consultare il sito dell’Ifel,cioè la fondazione dell’Anci (associazione dei Comuni italiani) che si occupa di finanza. Per procedere al controllo si fa così: si va all’indirizzo www.fondazioneifel.it, poi ci si posiziona nella parte destra della schermata e si apre la terza voce, «Delibere e regolamenti aliquote Imu». Dopo esserci entrati, si selezionano la Provincia e il Comune dove si trova l’immobile, poi premendo il tasto «Visualizza» si scopre l’aliquota pagata nel 2012. Quindi si cambia l’anno in 2013 e si clicca per la seconda volta. «Se le due aliquote risultano uguali» dice l’Ifel «il discorso si chiude, la mini-Imu non è dovuta». Se invece l’aliquota 2013 è più alta, bisogna pagare. Però, attenzione, c’è un margine di errore: non sempre il sito è aggiornato con tutte le singole delibere di tutte le migliaia di comuni, perciò è sempre meglio una verifica presso il Comune di residenza, che ha del tuttochiara la situazione locale. Quanto si deve versare: a volte il sistema fiscale italiano supera se stesso e questa è una di quelle volte.: oltre a far pagare i contribuenti onesti, infligge loro anche la pena accessoria dei calcoli. A grandi linee, per la mini-Imu bisogna pagare il 40 per cento della differenza fra le due aliquote del2013 e del 2012,ma c’è anche da tener presenti il peso delle detrazioni e delle pertinenze che ogni Comune gestisce a modo suo. Li chiamano “regimi speciali” e sono l’apoteosi delle autonomie locali, ma ne viene fuori una giungla che impedisce di fare calcoli semplici e automatici. L’Ifel, consiglia di affidarsi ai Centri di assistenza fiscale o agli uffici tributari dei singoli Comuni”; cola fai date il rischio di errore è troppo alto. La pubblica amministrazione, conscia del forte rischio di errori ,dà una mano ai contribuenti e concede loro di sbagliare i calcoli della mini-Imu: non ci saranno sanzioni, come è già successo con la Tares. Le eventuali somme dovute e non versate andranno a conguaglio con altre. Sperando che nelle “altre” siano compresi i cachet per il mal di testa.
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