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04 Maggio 2018 - 15:08
Ciriè ha celebrato il 25 aprile, Festa della Liberazione.
Il corteo, partito da Palazzo D’Oria, ha attraversato la città per giungere al Parco della Rimembranza dove all’alzabandiera ha fatto seguito un momento di preghiera per i caduti di tutte le guerre. È stato reso omaggio ai cippi delle Vittime dei Lager Nazisti, delle Famiglie Ciriacesi Caduti e Dispersi in Guerra, dei Caduti Senza Croce e al Monumento delle Penne Mozze.
In Piazzetta XXV Aprile, si è tenuta la Preghiera del Partigiano, con omaggio al Monumento dei Caduti in Piazza D’Oria e alla Lapide dei Caduti nel cortile del Municipio dove il sindaco Loredana Devietti ha tenuto il suo discorso. “L’Italia è una Nazione che ha saputo combattere fino alla morte - ha detto -. Grazie al coraggio di chi ci ha preceduto, al sacrificio e alla capacità di non arretrare davanti al pericolo, noi siamo qui e possiamo parlare di diritti inalienabili e garantiti. Ciò che possiamo fare è non dimenticare e non banalizzare la celebrazione di questa giornata. Non è un consueto rituale di incontri, è un doveroso atto di ringraziamento che stimola la memoria, la riflessione e il ricordo”.
La mattinata, accompagnata dalla presenza della Filarmonica Devesina, si è conclusa con la commemorazione del Comandante Partigiano Gennarino Brunero, Medaglia d’Argento al Valor Militare. Presenti sia i figli - Margherita, Carloantonio e Ferdinando - che il partigiano ed amico Marco Fassio che ha ricordato la figura di “Gino”, nome di battaglia di Gennarino Brunero.
“Ero giovanissimo al tempo e Gennarino mi accolse come un figlio - ha raccontato -. Fu per tutti noi partigiani una guida e un riferimento in quegli anni difficili. Sapeva organizzare ogni azione e non mandò mai nessuno allo sbaraglio. È stato per noi più di un Comandante: è stato un eroe”.
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