Maria Soledad Rosas, chiamata Sole, 24 anni, argentina, arrivata in Italia nel 1997, il 5 luglio 1998, due mesi dopo il suicidio in carcere a Torino del suo compagno, con cui condivide l'ideale anarchico, Edoardo Massari detto Baleno, si toglie la vita nella comunità dove sta scontando i domiciliari. La coppia era stata arrestata e accusata di atti di terrorismo contro la costruzione della rete ferroviaria ad alta velocità. Imputazioni smontate dalla Corte di Cassazione nel 2002. Una storia d'amore e ideali, ma anche di ingiustizia che Agustina Macri, 36 anni, figlia maggiore del presidente dell'Argentina Mauricio Macri, racconta nella sua opera prima 'Soledad', presentata da Alice nella città, nella giornata di Chiusura della Festa del Cinema di Roma. Girare il film, che ha come ottima interprete una giovane attrice argentina emergente, Vera Spinetta, non è stato facile, viste le contestazioni, anche sul set, contro il progetto dei gruppi anarchici di Torino, e di Genova, dove si sono svolte le riprese . "Non me l'aspettavo - dice Agustina Macri - anche perché io mi sentivo a loro favore. Pensavo fosse importante raccontare questa storia per farla conoscere, poi la libertà d'espressione ce l'abbiamo tutti. Abbiamo provato a parlare con loro in tanti modi, ma non è servito". Giulio Maria Corso, interprete di Baleno racconta che "sul set si è creato uno strano corto circuito tra finzione e realtà. Loro ci urlavano 'porci' come noi facevamo contro i poliziotti nella storia. Ci accusavano di mercificare i sentimenti e noi abbiamo inserito le loro parole in una scena". Nel cast del film di produzione e cast italo argentini fra gli altri, anche Marco Cocci, Eleonora Giovanardi, Giorgio Colangeli, Viola Sartoretto, Maurizio Lombardi, Francesco De Vito, Tatiana Lepore. La giovane cineasta, legata alla squadra di documentaristi di Oliver Stone, ha conosciuto la storia di Soledad attraverso il romanzo di Martin Caparros, ispirato alla sua vicenda, Amore e anarchia. "Ho scelto il tema del film con il cuore, non con la testa, senza pensare alla mia famiglia o al mio Paese - dice - Di Soledad ho amato la forza, il viaggio e tutto quello che proponeva. Ho cercato di raccontarla con molto rispetto e sensibilità. E' un film fatto con molto amore. E quello che mi rende più felice, è il rapporto molto forte che ho ora con la madre di Soledad". Per la regista "questa è una storia di giustizia e di ingiustizia nella quale lo Stato ha creato dei nemici immaginari, dei capri espiatori". Tatiana Lepore è di Torino: "sono cresciuta vedendo sui muri le scritte dedicate a Sole e Baleno ma non conoscevo la loro vicenda. Credo che il film sia importante per questo motivo, pone in luce una di quelle storie che non vengono raccontate".
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