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06 Ottobre 2016 - 09:08
Cinema
Da 'Belli e Dannati', il film con Keanu Reeves e River Phoenix ragazzi di strada, alla storia del fumettista disabile John Callahan, suo prossimo lavoro, che Robin Williams avrebbe tanto voluto interpretare. C'è tutta l'evoluzione artistica di Gus Van Sant nel racconto che il regista americano fa di se stesso in occasione della presentazione della mostra a lui dedicata - 'Icone' - dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. Quasi 200 opere tra fotografie, bozzetti, schizzi, e acquerelli esposte da domani al 9 gennaio alla Mole Antonelliana.
"E' incredibile essere qui", osserva il regista Palma d'Oro a Cannes per 'Elephant'. "Avere una mostra dedicata a tutte le tue opere fa un po' paura", si schernisce, confessando di essere sempre "sorpreso nel sentire come questi lavori possano generare delle idee su quello che ho rappresentato".
In mostra non solo i suoi film ormai culto, ma fotografie, dipinti, musiche, rare pellicole in 16mm mai diffuse. Le varie sfaccettature dell'artista che ha raccontato, con rimandi alla Beat Generation, gli 'outcast', giovani tormentati, ai margini di un mondo adulto che li tiene lontani. "In 'Belli e dannati' - spiega - avevo descritto la generazione dei giovani di strada di Portland, non so se loro si percepissero come degli emarginati, non credo. Erano parte della 'generazione X'. E così è oggi per la generazione dei Millenials: ci sono emarginati in tutte le generazioni, ma ciò non vuol dire che siano intere generazioni a essere emarginate". E poi il tema dell'omosessualità, a cominciare da 'Mala Noche', film che lo portò per la prima volta a Torino nell'88 dove venne premiato al Festival del cinema con tematiche omosessuali. "Il percorso fatto - osserva - è stato tanto, ma la lotta deve continuare, come la lotta di tutte le minoranze". Per lui, dunque, quello di questi giorni è un ritorno a Torino, "una città che mi ricorda tanto la mia Portland", dice confidando di non aver immaginato quello che avrebbe trovato dentro la Mole. "Non me lo aspettavo - dice sorridendo - mi ha fatto pensare a Tim Burton e alla Fabbrica di Cioccolato".
Jeans e scarpe da ginnastica, Van Sant parla anche del suo futuro: una miniserie Abc, 'When we rise', che racconta la storia di tre attivisti Lgbt, in uscita sulla tv americana in inverno. E, appunto, il film dedicato al fumettista di Portland scomparso 6 anni fa. "Sempre che Trump, se vince le elezioni, non blocchi tutto - conclude il regista con un accenno alle elezioni presidenziali americane -. Questa eventualità mi fa paura, è spiazzante e inquietante. Spero non accada, perché sarebbe una calamità. E non solo per gli Stati Uniti...".
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