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13 Settembre 2017 - 09:57
Da dieci, a venti. E’ questo il numero minimo - e massimo - di nuovi profughi che la Prefettura di Torino ha deciso di destinare a Chivasso. Vanno ad aggiungersi ai quarantotto già presenti in città e ospitati in strutture in via Momo, in corso Galileo Ferraris, nella villa confiscata alla mafia, e in frazione Torassi, in quella che era la sede di Odissea 33.
Se saranno uomini o donne, adulti o bambini, originari dell’Africa o del Sud Est Asiatico, questo ancora non si sa.
La notizia circola da qualche giorno di bocca in bocca sotto i portici di via Torino.
I nuovi richiedenti asilo troveranno alloggio in alcuni appartamenti del complesso cosiddetto “ex Enel” di via Gerbido.
La conferma arriva direttamente dal sindaco Claudio Castello.
“E’ tutto vero - spiega, al telefono, il primo cittadino di Chivasso -. La Prefettura ha deciso di destinare a Chivasso un nuovo numero di migranti: non sappiamo ancora quanti saranno, ma di sicuro non potranno essere più di ventuno perché il numero massimo di richiedenti asilo che può accogliere la nostra città, sulla base di disposizioni governative, è di ventuno. Sappiamo solo che verranno seguiti da una cooperativa di Torino che opera nel settore da anni e che troveranno casa in alcuni appartamenti del complesso ex Enel. L’assessore Claudio Moretti sta seguendo l’iter ed ha già fatto un sopralluogo per verificare le condizioni dello stabile”.
I nuovi migranti in arrivo a Chivasso verranno accolti nell’ambito di un CAS, un Centro di Accoglienza Straordinaria. Si tratta di centri immaginati al fine di sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti.
Tali strutture sono individuate dalle prefetture, in convenzione con cooperative, associazioni e strutture alberghiere, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, sentito l’ente locale nel cui territorio la struttura è situata. La permanenza dovrebbe essere limitata al tempo strettamente necessario al trasferimento del richiedente nelle strutture di seconda accoglienza.
Intanto mercoledì scorso un altro passo verso l’integrazione dei richiedenti asilo è stato fatto: è stata inaugurata la nuova “Casa Odissea 33” in frazione Torassi. Dal 26 giugno l’associazione Casa Odissea, con la collaborazione e gestione della Cooperativa Marypoppins, accoglie quattro donne singole e due nuclei monoparentali - composti da madre e minore di 3 mesi circa -. Giovani donne che arrivano dal Senegal, Burkina Faso e Nigeria, fuggite dal loro paese e giunte in Italia attraverso diversi paesi e il Mediterra
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