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CHIVASSO. La roggia San Marco fa schifo? Per il Consorzio è colpa dei residenti…

Il Consorzio Irriguo Roggia San Marco ci scrive e va al contrattacco: non prendetevela con noi. Pigliatevela con chi abita lungo la roggia e vi scarica le acque della cucina, del bagno e delle grondaie.

Il mese scorso avevamo pubblicato le immagini della roggia San Marco nel tratto che sottopassa via Paleologi. Avevamo riferito le lamentele dei residenti. La situazione è sopportabile quando l’acqua scorre abbondante, ma non è sopportabile quando è poca e ristagna: la puzza sale fino ai balconi e alle finestre che vi si affacciano. Ci chiedevamo di chi è la responsabilità: del Comune, del Consorzio o dei residenti? Il Comune deve mantenere pulito il corso d’acqua nel tratto del concentrico. Il Consorzio deve garantire che vi scorra il “minimo vitale” di acqua. I residenti non devono scaricare nella roggia. Per la precisione: i proprietari devono rispettare l’ordinanza con la quale nel maggio 2014 il Comune ha imposto loro di collegarsi alla fognatura, pena la chiusura degli scarichi in roggia.

Nella lettera il Consorzio articola la propria “autodifesa” in tre punti. In primo luogo, il Consorzio rispetta scrupolosamente le norme, le concessioni e gli accordi con Città Metropolitana e Comune che regolano la quantità d’acqua immessa nel tratto urbano della roggia. Tuttavia – questo è il secondo punto – non è facile mantenere il livello dell’acqua più opportuno. Quando la Protezione civile prevede piogge intense, gli addetti del Consorzio debbono prudentemente mantenere bassa l’acqua: altrimenti le “bombe d’acqua” come quella di lunedì 30 maggio farebbero talmente salire il livello che l’acqua si infilerebbe negli scarichi urbani più bassi e entrerebbe nelle abitazioni. La sera del 30 non ci sono stati allagamenti, a conferma che il Consorzio aveva regolato il flusso in modo “ragionevole e ragionato”. Teniamo conto che le manovre idrauliche non sono semplici da eseguire. Consideriamo il partitore della roggia San Marco e del Canale della Brozola, che si vedeva nelle nostre fotografie: “Dalla passerella di accesso alle manovre è possibile vedere quanto sia complessa la gestione del regime idraulico del canale, dacché l’operatore deve sempre prestare attenzione a che non venga superato un livello massimo, meglio conosciuto tra gli addetti ai lavori come ‘il terzo mattone’”.

Infine, il terzo punto, quello sul quale la lettera si sofferma di più: le responsabilità dei proprietari dei fabbricati confinanti. Sono tanti i tubi piccoli e grandi che versano nella roggia le acque reflue, cioè quelle delle cucine e dei bagni: “Ne sono visibili un discreto numero dal sovrappasso di Via Paleologi, sia guardando verso Ovest, che verso Est, dove ne esiste uno di dimensioni imbarazzanti. Ne sono reperibili altri nel tratto a cielo aperto che affaccia su via D. Cosola, nel tratto che costeggia il Condominio “La Meridiana”, come pure nel successivo tratto prospiciente la via Siccardi, a ridosso del fabbricato dell’ex Tribunale. Ed ancora nel tratto retrostante ai fabbricati affacciati al lato nord di via Cosola, in direzione di Piazza del Popolo, come pure in via Paolo Regis, nell’ultimo tratto scoperto prima che il canale attraversi – totalmente tombato – il sito del Civico Ospedale fin oltre via Togliatti”. Ecco perché la roggia San Marco è così fertile: perché è ben concimata dalla merda dei vicini. Scrive il consorzio: “Gli scarichi che confluiscono nella roggia apportano sostanze nutrienti per la vegetazione, tali per cui le piante riescono a vegetare lussureggianti anche in queste zone, scarsamente soleggiate”.

Nella roggia non arrivano solo le acque reflue: alcuni immobili vi versano anche l’acqua piovana, in contrasto con l’art. 906 del Codice Civile.

In conclusione, i dirigenti del Consorzio ci invitano ad effettuare con loro un sopralluogo: “una ‘gita’ alla scoperta della “Chivasso Segreta delle Rogge’”...

Ci andremo volentieri. Ma facciamo loro notare una lacuna. Nella lunga lettera non fanno cenno all’ordinanza del Comune del maggio 2014. Quella che ordinava ai proprietari degli immobili lungo la roggia di collegarsi alla fognatura. A quanto pare, e la lettera del Consorzio lo conferma, molti non hanno rispettato l’ordinanza. Ma il Comune in questi due anni ha controllato?

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