Come ogni anno, da quasi 250 anni, la Mandria ha festeggiato Sant’Eligio, il Santo che le venne assegnato come protettore nel 1767 da Carlo Emanuele III di Savoia; una Pro-Loco iper-dinamica ha messo in campo una schiera di iniziative culturali e non, dalla mostra d’arte Naif agli antichi mestieri, al padiglione gastronomico. La Mandria oggi è una frazione di Chivasso, ma per gli abitanti questa non è altro che una classificazione moderna e catastale di un complesso architettonico dalla storia importante che lo vide nascere come sede aggiunta per l’allevamento di cavalli dei Savoia, gerarchicamente dipendente dalla Venaria Reale, per poi diventare proprietà di una famiglia nobiliare che decise di installarvi un allevamento di pecore per la produzione di lana pregiata e infine sede di un campo di aviazione durante la prima guerra mondiale. Con questo passato alle spalle la festa di Sant’Eligio è la festa di una piccola comunità di circa 65 persone da cui però emerge un orgoglio condiviso, un forte senso di appartenenza e di attaccamento al posto, una comunità consapevole di vivere intorno ad un piccolo gioiello di architettura piemontese settecentesca; lo spirito che si respira tra le mura di questi edifici antichi non si respira in nessun’altra frazione gravitante nel chivassese. Camminando per la piazza, circondati da giochi d’archi spettacolari, non è difficile immaginare scene di un passato che non c’è più ma che è stato li di fianco a te: scene di ufficiali piemontesi e dei loro cavalli, di maniscalchi e di contadini stanchi che rientravano dalla campagna circostante; quando il viaggio nel tempo ti riporta nel XXI° è inevitabile notare anche i segni dell’incuria amministrativa che si è trascinata pigra per anni; intorno a te vedi una bella dama abbandonata a se stessa. Il sito della Mandria, con un piano di ristrutturazione e valorizzazione di ampio respiro potrebbe acquisire un posto di primo piano nel panorama culturale della zona, ma la politica ha lo sguardo volto altrove. La splendida mostra fotografica intitolata “Mandriamo” curata da Irene Murrau e Marta Panetto e inaugurata durante la festa lancia un grido visivo per ricordare a quanti più possibile che Mandria esiste ed è troppo bella per essere dimenticata. L’indifferenza della politica lascia spazio alla buona volontà e alla passione dei cittadini: con il “Patto di collaborazione per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza del porticato della Mandria di Chivasso” l’Associazione socio-culturale Pro Mandria si è fatta promotrice di un progetto architettonico di recupero di una parte della struttura finanziato con i contributi dei privati cittadini. La speranza è che la Mandria possa ridiventare “regia” e il popolo possa godere dei suoi fasti.
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