Il Palalancia è di nuovo del Comune di Chivasso. Con un lodo arbitrale durato tre anni, l'amministrazione chivassese torna, di diritto, ad acquisire il palazzetto e gli impianti sportivi di Via Favorita senza dover sborsare neppure un centesimo. E il sindaco Libero Ciuffreda festeggia dichiarando che chiederà le dimissioni formali dei consiglieri d'opposizione Gianfranco Scoppettone, Emanuel Bava e Domenico Ciconte, per le responsabilità politiche assunte durante l'amministrazione Matola, proprio riguardo alla vicenda Palalancia. La sentenza è stata emessa nei giorni scorsi dal collegio arbitrale presieduto dal giudice in pensione Mario Griffei e depositata presso l'Anac (autorità nazionale anti corruzione, con sede a Roma) giovedì scorso. Questa sera (lunedì 9 febbraio) il sindaco, affiancato dall'avvocato Andrea Castelnuovo, che ha rappresentato il Comune nella battaglia legale contro la società Sport Nel Canavese di Piero Gambarino, ha illustrato la sentenza contenuta in un fascicolo di 250 pagine di motivazioni. Termina così una vicenda iniziata nel 2005 con l'affidamento, tramite regolare gara d'appalto, della gestione del palazzetto dello sport, a Sport Nel Canavese che acquisisce il possesso della struttura per 25 anni, al canone annuo di 9.500 euro, assumendosi il compito contrattuale di costruire una piscina, una club house, campi da calcetto e da volley. Una gestione che, però, si presenta ben presto fallimentare. Soprattutto per quanto riguarda il palazzetto, poco utilizzato, tanto da assomigliare sempre di più una cattedrale nel deserto. Ed è così che il 28 marzo del 2011 l'amministrazione di centro destra guidata da Bruno Matola, decide di riprendersi tutto. Sì, riprendersi tutto al costo di un milione e duecentomila euro, cifra frutto di una perizia asseverata che stima il valore degli impianti realizzati dalla società di Gambarino. Matola fa mettere a Bilancio questo impegno di spesa sotto gli occhi esterrefatti del consigliere d'opposizione Sandro Recchia (assessore durante il secondo mandato del sindaco Andrea Fluttero) e di tutta l'opposizione che insorge. Indignazione che non frena l'approvazione della delibera, votata da tutta la maggioranza. "Una grossa responsabilità politica - batte i pugni Ciuffreda - di cui oggi devono rispondere Scoppettone, Bava e Ciconte che siedono ancora in Consiglio. Per colpa di quella delibera, infatti, abbiamo rischiato di dover sfilare dal portafoglio dei chivassesi un milione e duecentomila euro per regalarli a Piero Gambarino. Perché di un regalo si trattava nei confronti di un individuo inaffidabile e inadempiente, com'è stato dimostrato durante il lodo arbitrale". Una delibera, basata su una perizia asseverata, che ha fatto sudare sette camice all'avvocato Castelnuovo che spiega: "Sport nel Canavese chiedeva che gli venisse riconosciuta almeno quella cifra visto che a stabilirla era stata l'amministrazione comunale stessa. Convincere il collegio arbitrale del contrario è stata una bella sfida. Una battaglia che abbiamo faticosamente vinto". Per Ciuffreda le responsabilità politiche del sindaco Matola e dei suoi sarebbero gravissime: "una scelta sconsiderata" ha tuonato a più riprese. Ora Sport nel Canavese potrà ricorrere contro il lodo arbitrale, ma l'avvocato Castelnuovo è sereno: "Con motivazioni come quelle contenute nelle 250 pagine della sentenza depositata, non vedo motivo di preoccupazione". Resta la promessa di Ciuffreda di chiedere le dimissioni dei tre consiglieri d'opposizione durante il prossimo consiglio comunale.
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