Cerca

CASTIGLIONE. Ville di Cordova, il Poli: non c'è pericolo immediato

CASTIGLIONE. Ville di Cordova, il Poli: non c'è pericolo immediato

I muraglioni delle ville Gambarino-Coral

La collina di Cordova ha assistito al ritorno di Piero Gambarino. L'ex braccio destro dell'assessore regionale Caterina Ferrero ha accompagnato, lo scorso mercoledì mattina, i tecnici del Politecnico di Torino incaricati dal Tar per verificare le effettive condizioni di salute del tratto di collina su cui sono sorte, tra mille polemiche, le ville dello stesso Gambarino e dei consorti Coral-Ferrero.   I rilievi dei tecnici del Poli hanno dimostrato, in sostanza, che non esiste, nell'immediato, alcun rischio di tenuta del terreno così come dei muri di contenimento. Nell'immediato. Per stabilire se il cucuzzolo terrà, non solo oggi ma anche tra uno e dieci anni, serviranno analisi più approfondite. Serviranno prospezioni geologiche che diano una risposta netta e certa, una volta per tutte, a una precisa domanda: la collina è sicura o non lo è?   A seguire le operazioni dei tecnici del Politecnico, mercoledì, non c'era solo Piero Gambarino. C'era anche, seppur da lontano (per accedere alla proprietà servono i permessi sia dei proprietari che del Comune di Castiglione, che nel 2013 aveva bloccato l'accesso alla strada con un'ordinanza), il consigliere di opposizione Antonio Serlenga, della lista Noi Castiglione. “Cosa me ne pare di questa situazione? Mi sembra una vera e propria odissea. Causata sia dai costruttori che dagli amministratori pubblici. Dov'era il Comune quando il cantiere è iniziato? Dov'era, quando avrebbe dovuto verificare che le ville fossero costruite rispettando tutti i crismi, rispettando tutte le norme?”.   A fare le spese di questa infinita querelle, secondo Serlenga, sono sempre i cittadini. Sia quelli che abitano a due passi dalle ville Gambarino-Coral, terrorizzati dalla possibilità che da un giorno all'altro tutto l'ambaradan (case, muri, collina) frani verso valle. Sia l'intera comunità castiglionese. “Questa odissea sta costando alle casse comunali circa 100mila euro – sottolinea Serlenga -. Perizie, controperizie, ricorsi e controricorsi vengono pagati con i soldi dei cittadini. Io mi chiedo: tutto questo era evitabile? Secondo me sì”. Come? “Sarebbe stato sufficiente che le costruzioni fossero fatte a norma, con verifiche geologiche che rispettassero le concessioni edilizie fatte dal Comune. Ma non solo: sarebbe stato sufficiente che il Comune monitorasse. Perché nessuno si è reso conto che si stavano sforando le cubature concesse? Perché nessuno si è accorto che si stava costruendo su una strada che risulta essere comunale? Perché nessuno si è accorto che si procedeva senza avere tutte le verifiche geologiche richieste? Queste sono le domande che mi pongo”.   Qualcuno risponderà?    
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori