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CASTELNUOVO NIGRA. La neo sindaca Caretto: “La prima cosa è risolvere il problema dei cellulari che non prendono da nessuna parte”

Enrica Caretto è la neo sindaco di Castelnuovo Nigra.

Si aspettava di vincere le elezioni?

Mi faceva piacere crederlo, ma sinceramente pensavo che la differenza tra le due liste sarebbe stata di pochissimi voti, mentre per me le preferenze avute sono  state una soddisfazione.

E’ soddisfatta della percentuale ottenuta?

Moltissimo.

A quali fattori attribuisce la Sua vittoria?

Al fatto che voglio essere più vicina alle esigenze dei singoli abitanti, in modo da poter migliorare la vita nel paese e poter magari invogliare persone che a Castelnuovo Nigra sono presenti saltuariamente a stabilirsi definitivamente in paese.

Lei è la prima sindaco donna di Castelnuovo Nigra e le due consigliere più votate, nell’una  e nell’altra lista, sono donne. Su queste scelte potrebbero aver influito le espressioni utilizzate la scorsa primavera dal suo predecessore nei  confronti della ministra Bellanova?

Secondo me le preferenze alle donne sono dovute al fatto che le persone si conoscono tutte in questi paesi e che è giusto provare a cambiare.

Quali emozioni si provano nel diventare sindaco del proprio paese?

E’ una bella emozione e l’aver ricevuto tanti complimenti anche telefonici, da persone che mi conoscono perché originarie di Castelnuovo Nigra, o per lavoro, ma che non votavano nel mio paese, mi ha fatto sentire molto stimata.

Su quali criteri intende basarsi nel comporre la giunta?

Avevo deciso di aspettare i risultati delle elezioni, per tener conto delle preferenze dei votanti, considerando anche il fatto che qualcuno potesse rinunciare a favore di altri per impegni di lavoro, le ore da dedicare sono molte.

Che tipo di opposizione si aspetta da parte della minoranza?

Sicuramente costruttiva.

Quali sono le prime azioni amministrative che si propone di compiere?

Intanto interessarmi per risolvere il problema dei telefoni cellulari perché quando si arriva in paese sono praticamente muti ed organizzare in modo più decoroso le isole ecologiche esistenti, magari, ove possibile, sostituendole con un porta a porta.

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