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CASTELLAMONTE. Scoperto macello clandestino per cervi, stambecchi e caprioli

CASTELLAMONTE. Scoperto macello clandestino per cervi, stambecchi e caprioli

All'intero del macello abusivo

Un macello clandestino in cui si lavorava carne di selvaggina protetta, cacciata sulle nostre montagne. Nei dintorni del Gran Paradiso, in valle Orco e Soana e su su fino in Valle d’Aosta. E’ stato sequestrato nei giorni scorsi a Castellamonte dai Nas (Nucleo antisofisticazione dei Carabinieri) in collaborazione con uomini del Nipaaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) in ottemperanza ad un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Ivrea. Cinghiali, camosci, cervi, caprioli, addirittura stambecchi per soddisfare i palati più esigenti e per rifornire i migliori ristoranti della provincia di Torino con succulenti pietanze e menù gourmet. I numeri sono incredibili. Più di 400 insaccati con carne di selvaggina e un quintale di carni provenienti da animali cacciati o se si preferisce dal bracconaggio. Il titolare (un ex macellaio in pensione) adesso avrà la sua bella gatta da pelare, oltreché all’infrazione relativa alla caccia di specie protetta, avrebbe infatti  violato l’articolo 6 del Dgls 193/2007 “sull’attività di macellazione, produzione e preparazione carni in luoghi diversi dai macelli”. Da anni, infatti, tutta la carne destinata al consumo umano viene lavorata in appositi stabilimenti con i controlli sanitari necessari a cominciare dall’esame trichioscopico. Questo vuole dire che non esiste com’era una volta il macellaio fai-da-te. Ma non finisce qui. I Nas infatti, analizzando tutta la filiera e il percorso della carne sono arrivati ad individuare un ristoratore di Cuorgnè che proponeva cinghiale, camosci, cervi e caprioli delle nostre valli.   E’ stato deferito alla Procura con l’accusa di aver somministratori ai propri clienti carne di specie protette e comunque non sottoposte ai previsti controlli.
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