Cerca

CASTELLAMONTE. Insegnante uccisa: fidanzata Gabriele, "disse deve sparire"

Si è rivolta ai giudici per chiedere di tornare in libertà, si è proclamata innocente e si è definita una "madre disperata". Ma per Caterina Abbattista, l'infermiera arrestata per l'omicidio di Gloria Rosboch insieme al figlio Gabriele Defilippi e il complice del giovane, Roberto Obert, l'udienza di oggi davanti al tribunale del riesame di Torino potrebbe diventare un boomerang. Il procuratore Giuseppe Ferrando, infatti, ha elencato in aula i risultati degli ultimi atti di indagine svolti dai carabinieri: e il quadro degli indizi rischia di diventare più pesante per tutti gli indagati. Svetta fra le altre la testimonianza consegnata al magistrato lunedì scorso da Sofia Sabhou, la fidanzata di Gabriele. La ragazza ha detto di averlo incontrato pochi giorni prima della scomparsa della prof: era ubriaco, sconvolto, tormentato dal timore di "farsi tre anni di galera" per la truffa da 187mila euro messa a segno contro Gloria. "Dobbiamo farla sparire. L'idea è di Obert. Ma mia mamma sa tutto". Sofia giura che in quel momento non diede peso a quelle frasi: "Pensavo fosse una scusa per lasciarmi. Mi disse, infatti, che non dovevo più cercarlo perché doveva sparire per un po'". Invece, secondo gli inquirenti, la verità era un'altra. Ed è qui che il pm Ferrando ha giocato la seconda carta: un accertamento dei Ros sulle celle telefoniche. Risulta che Gabriele era nella zona del paese di Busano, a meno di 3 km dal luogo in cui è stato scoperto il cadavere di Gloria, già la mattina del 13 gennaio, il giorno del delitto. Circostanza che da un lato smentisce le sue dichiarazioni, quelle di Obert e quelle della madre, dall'altro - secondo una prima interpretazione - lascia pensare che si sia trattato di un sopralluogo in vista del delitto. "Non ci sono dubbi", ha detto Ferrando, nemmeno sui movimenti di Caterina. Una cella telefonica ha tracciato l'apparecchio della donna alle ore 19 del 13 gennaio a Montalenghe. Lei, anche oggi, ha negato di avere lasciato l'ospedale di Ivrea. Ma il pm ha replicato con la deposizione del figlio più piccolo: "la mamma era solita uscire durante l'orario di lavoro", ha detto il tredicenne rammaricandosi perché non ne approfittava per passare più tempo con lui. "Di tutto quello che ha combinato Gabriele - dicono i difensori della donna, Erika Gilardino e Matteo Grognardi - la signora non sa nulla. Ora è una donna che sta malissimo, una madre disperata che chiede in continuazione come sta suo figlio piccolo". Quanto ai risultati delle indagini, "tutto deve essere ancora verificato, compresi i dati delle celle telefoniche". Il tribunale del riesame si pronuncerà entro lunedì. Nel caso spunta anche Efisia R., una donna già indagata con Gabriele per la truffa alla prof. Il 13 gennaio telefonò al ragazzo almeno una decina di volte, finché lui non le rispose. Il motivo? "Volevo che seguisse mio marito e lo fotografasse perché sospettavo che mi tradisse". Nulla collega la donna al delitto. i carabinieri, comunque, controlleranno.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori