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05 Gennaio 2014 - 22:57
coltello
Strage a Caselle: le vittime[/caption] Orrore a Caselle Torinese, paesone di 18 mila abitanti a poca distanza dal più grande aeroporto del Piemonte: tre pensionati sono stati massacrati a coltellate nella loro villetta da qualcuno che si è accanito sui corpi, martoriandoli di fendenti anche quando ormai erano privi di vita, in una esplosione di rabbia e di ferocia incontenibile. I carabinieri sono al lavoro per trovare la soluzione del giallo e dare un nome e un volto all'assassino (ed eventualmente a chi lo ha aiutato). Le vittime sono Claudio Allione, 66 anni, ex dipendente della Sagat (la società che gestisce l'aeroporto), la moglie Maria Angela Greggio, 65 anni, ex insegnante, e la suocera Emilia Campo Dall'Orto, 93 anni. L'anziana è stata trovata nella propria camera da letto al pianterreno, i coniugi nel corridoio al primo piano, l'uno accanto all'altro. Uccisi da almeno ventiquattro ore, se non di più. La possibilità che si sia trattato di un dramma come quello del giorno di San Silvestro, quando a Collegno (Torino) un uomo senza lavoro ha ucciso moglie, figlia e suocera per poi togliersi la vita, è stata scartata subito dagli investigatori: non c'è nessuna traccia del coltello. L'ipotesi di una rapina non viene trascurata ma non quadra con la presenza, nella casetta degli Allione, di due cani, due pastori tedeschi in grado di scoraggiare qualsiasi malintenzionato. Quello che è certo è che l'aggressore voleva uccidere: ha cercato, braccato e attaccato Claudio, Maria Angela ed Emilia con furia e determinazione. Eppure non c'era sangue nell'alloggio. Come se qualcuno avesse deciso di pulire tutto. Al punto che, prima che l'esame dei corpi rivelasse i segni della lama, si era pensato a una fuga di monossido di carbonio. A dare l'allarme è stato Maurizio Allione, 29 anni, il figlio di Claudio e Mariangela. Questa mattina verso le 11 ha telefonato a Rita Fornelli, una vicina di casa, una delle poche persone di Caselle che i genitori frequentavano: "Sono in Valle d'Aosta per una vacanza e da due giorni non riesco a mettermi in contatto con mamma e papà". Ma Rita aveva già notato qualcosa di insolito: il garage della villetta, contrariamente alle consuetudini, era stato lasciato aperto, e la luce era rimasta accesa. "Gli ho consigliato di rientrare", racconta la donna. Maurizio è rientrato, ma prima ha chiesto a un amico di dare un'occhiata: il ragazzo ha scavalcato il cancello, è passato per la rimessa, è entrato in casa e ha visto. Maurizio non abita con i genitori. Vive a Torino in un quartiere chiamato Falchera, all'estrema periferia settentrionale della metropoli, una manciata di chilometri da Caselle. Fino a qualche mese fa lavorava come magazziniere carrellista; nel suo curriculum professionale, afferma di avere "la passione per il disegno meccanico con Catia V5" e "buone capacità di adattamento e autonomia". "Un ragazzo perbene, educato, un modello": così lo descrivono Rita e altri che lo conoscono. I carabinieri e il pubblico ministero Fabio Scevola oggi lo hanno ascoltato a lungo. E insieme a lui la fidanzata e l'amico al quale si era rivolto.
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