Cerca

Strage nel Torinese, tre pensionati uccisi a coltellate

 Strage nel Torinese, tre pensionati uccisi a coltellate

coltello

[caption id="attachment_33267" align="aligncenter" width="300"]le vittime Strage a Caselle: le vittime[/caption] Orrore a Caselle Torinese, paesone di 18 mila abitanti a poca distanza dal più grande aeroporto del Piemonte: tre pensionati sono stati massacrati a coltellate nella loro villetta da qualcuno che si è accanito sui corpi, martoriandoli di fendenti anche quando ormai erano privi di vita, in una esplosione di rabbia e di ferocia incontenibile. I carabinieri sono al lavoro per trovare la soluzione del giallo e dare un nome e un volto all'assassino (ed eventualmente a chi lo ha aiutato). Le vittime sono Claudio Allione, 66 anni, ex dipendente della Sagat (la società che gestisce l'aeroporto), la moglie Maria Angela Greggio, 65 anni, ex insegnante, e la suocera Emilia Campo Dall'Orto, 93 anni. L'anziana è stata trovata nella propria camera da letto al pianterreno, i coniugi nel corridoio al primo piano, l'uno accanto all'altro. Uccisi da almeno ventiquattro ore, se non di più. La possibilità che si sia trattato di un dramma come quello del giorno di San Silvestro, quando a Collegno (Torino) un uomo senza lavoro ha ucciso moglie, figlia e suocera per poi togliersi la vita, è stata scartata subito dagli investigatori: non c'è nessuna traccia del coltello. L'ipotesi di una rapina non viene trascurata ma non quadra con la presenza, nella casetta degli Allione, di due cani, due pastori tedeschi in grado di scoraggiare qualsiasi malintenzionato. Quello che è certo è che l'aggressore voleva uccidere: ha cercato, braccato e attaccato Claudio, Maria Angela ed Emilia con furia e determinazione. Eppure non c'era sangue nell'alloggio. Come se qualcuno avesse deciso di pulire tutto. Al punto che, prima che l'esame dei corpi rivelasse i segni della lama, si era pensato a una fuga di monossido di carbonio. A dare l'allarme è stato Maurizio Allione, 29 anni, il figlio di Claudio e Mariangela. Questa mattina verso le 11 ha telefonato a Rita Fornelli, una vicina di casa, una delle poche persone di Caselle che i genitori frequentavano: "Sono in Valle d'Aosta per una vacanza e da due giorni non riesco a mettermi in contatto con mamma e papà". Ma Rita aveva già notato qualcosa di insolito: il garage della villetta, contrariamente alle consuetudini, era stato lasciato aperto, e la luce era rimasta accesa. "Gli ho consigliato di rientrare", racconta la donna. Maurizio è rientrato, ma prima ha chiesto a un amico di dare un'occhiata: il ragazzo ha scavalcato il cancello, è passato per la rimessa, è entrato in casa e ha visto. Maurizio non abita con i genitori. Vive a Torino in un quartiere chiamato Falchera, all'estrema periferia settentrionale della metropoli, una manciata di chilometri da Caselle. Fino a qualche mese fa lavorava come magazziniere carrellista; nel suo curriculum professionale, afferma di avere "la passione per il disegno meccanico con Catia V5" e "buone capacità di adattamento e autonomia". "Un ragazzo perbene, educato, un modello": così lo descrivono Rita e altri che lo conoscono. I carabinieri e il pubblico ministero Fabio Scevola oggi lo hanno ascoltato a lungo. E insieme a lui la fidanzata e l'amico al quale si era rivolto.  

Le reazioni nel paese, 'speriamo che la verità emerga in fretta'

"Erano una famiglia molto riservata. Con me si erano aperti un po' di più, ma ci erano voluti degli anni. Fra noi scherzavamo spesso prendendo a pretesto i nostri cani: anche io ne ho due, e quando abbaiavano i miei abbaiavano anche i loro". Carlo parla davanti alla villa di via Ferrari 13 a Caselle Torinese, fra le cui mura si è consumato l'orrore di una strage, mentre in cielo rombano cupamente gli aerei che atterrano e decollano dal vicino aeroporto. Nessuno, in paese, riesce a dare una spiegazione alla morte di Claudio Allione, 66 anni, ex dipendente della Sagat (la società che gestisce lo scalo), la moglie Mariangela Greggio, 65 anni, ex maestra elementare (insegnava nella vicina Ciriè), e la suocera Emilia Campo Dall'Orto, 93 anni: tre persone tranquille, appartate, quasi schive, che avevano fatto della discrezione la loro cifra. "Li vedevamo passeggiare coi cani - dice una coppia - e in effetti era qualche giorno che non li notavamo più. Ma di certo non avremmo potuto prevedere quanto è accaduto". "Li vedevamo entrare e uscire - dice un'altra - ma proprio nulla di più". Per la signora Rita Fornelli, una vicina, è diverso. "Ci conoscevamo dal 1986, quando erano venuti ad abitare qui. Erano una famiglia modello, siamo diventati subito amici. Anche Maurizio, il figlio di Claudio e Mariangela, è un bravo ragazzo". E' stata Rita la prima a notare che qualcosa non tornava nella solita routine: il garage della villetta, contrariamente al solito, era rimasto aperto sin dalla mattina del 4 gennaio. Poi, stamani, Maurizio le ha telefonato chiedendo notizie, e l'orrore ha cominciato a prendere forma. Via Ferrari si trova alla periferia del paese. Oggi è stata popolata di curiosi come forse mai le era accaduto. "Avevamo capito che fosse qualcosa di grave - dicono i componenti di un gruppo di ragazzi - ma non ci aspettavamo proprio nulla del genere". "Da quanto abbiamo capito - dicono due uomini sulla sessantina - ci sembra che non sia stata una rapina ma il gesto di qualcuno che conoscevano. Chissà perché. Speriamo che la verità emerga in fretta".
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori