AGGIORNAMENTI
Cerca
27 Luglio 2021 - 17:37
Il cartello che ricorda le regole per la “gestione degli animali domestici”,
CASALBORGONE. Da qualche tempo a Casalborgone si può trovare affisso un cartello – da quel che sembra per iniziativa del Comune di Casalborgone, con tanto di stemma – che ricorda le regole per la “gestione degli animali domestici”, ma che di fatto si rivolge solo ai proprietari dei cani per ammonirli a comportarsi bene, rimuovendo opportunamente le “deiezioni” dal suolo pubblico.
Questa volta lo si fa ricordando di portare con sé gli strumenti atti alla rimozione, senza specificare, come in precedenti cartelli presenti da anni e ancora al loro posto, che occorre dotarsi di “paletta e secchiello”, quasi si andasse al mare a fare i castelli di sabbia! Probabilmente “secchiello” sta per “sacchetto”, ma dell’effetto comico derivante dal non controllare mai se le cose progettate sono poi state eseguite bene bisogna ringraziare l’amministrazione, che in fondo ci tiene allegri.
Ovviamente siamo tutti d’accordo che i padroni siano tenuti a rimuovere le deiezioni dei loro cani. Lasciatemi però dire, essendo tra i non molti che percorrono abitualmente a piedi il territorio comunale, che il problema non è così drammatico.
Sì, qualche “deiezione” abbandonata da padroni poco corretti si trova, per carità, ma nel complesso il numero è limitato e forse questa battaglia per l’ambiente e il decoro urbano dovrebbe riguardare anche e soprattutto altro genere di rifiuti che si possono più facilmente incontrare sul suolo pubblico: bottiglie di vetro e di plastica, lattine, mascherine, mozziconi di sigaretta, fazzoletti di carta ecc. ecc.
Se è vero che pestare una deiezione è spiacevole e fa arrabbiare sul momento, è però altrettanto vero che la suddetta è interamente biologica e si decompone rapidamente, mentre una lattina di alluminio a decomporsi impiega almeno vent’anni e una di plastica non meno di cento anni.
Un filtro di sigaretta almeno due anni. Dal punto di vista prettamente ambientale, quello che dovremmo aver tutti compreso sia il più importante per il nostro futuro sul pianeta, una bottiglietta gettata a terra e mai più raccolta, visto che in un piccolo paese non esiste un servizio di nettezza urbana, è molto peggio di una deiezione non rimossa.
Questo dovrebbe ricordare innanzitutto l’amministrazione ai suoi cittadini. Se invece si va spregiudicatamente in cerca di facili consensi, allora certo si comprende che l’amministrazione rivolga tutta la sua attenzione alle cacche dei cani. E’ tema su cui raccogliere indignazione (e voti) a buon mercato. Potremmo chiamarlo il volto populista dell’amministrazione casalborgonese.
Che questa sia,a quanto pare, la scelta compiuta affiggendo questi cartelli pare suggerirlo anche la frase finale, scritta in rosso, quasi a sottolinearne l’importanza: “A coloro che non rispettano le regole, oltre agli improperi di chi calpesta, si applicano le sanzioni di legge”.
La dimensione poco istituzionale e scarsamente professionale di questa frase salta agli occhi. Normalmente le istituzioni pubbliche fanno riferimento agli articoli del codice o regolamento la cui violazione verrà sanzionata, magari indicando anche la misura della sanzione.
Ma questa volta c’è dell’altro, non è solo un certo pressapochismo. In fondo, con quella frase in rosso si approva la risposta emotiva – di rabbia – dei cittadini, dicendo loro che fanno bene a lanciare improperi verso chi non raccoglie le deiezioni del suo cane.
Improperio è sinonimo di insulto, di oltraggio verbale. Quindi, se qualcuno vede un padrone che non raccoglie le deiezioni, lo può insultare con il plauso dell’amministrazione comunale. L’amministrazione, in altri termini, anziché avere a cuore la quiete pubblica e la legalità, pare approvare comportamenti verbalmente violenti, attraverso i quali a volte si passa poi alle vie di fatto.
In fondo, dice il cartello, è giusto lanciare improperi contro concittadini che non raccolgono le deiezioni. A un comportamento sbagliato si invita a rispondere con un altro comportamento sbagliato. Il passo verso la giustizia fai da te è tanto breve quanto pericoloso, come le cronache di questi giorni ci mostrano in tutta evidenza.
Probabilmente chi ha scritto il cartello dirà, se dovesse mai degnarsi di rispondere, che non era affatto quanto intendeva dire. Forse dirà, ritenendo esagerata la mia osservazione, qualcosa come “che male vuoi che ci sia, alla fine voleva essere solo una battuta scherzosa” (e magari acchiappavoti). Ma su queste cose meglio non scherzare. I testi di questi cartelli dovrebbe scriverli chi si rende conto che parlare come amministratore è diverso dal fare quattro chiacchiere seduto al tavolino del bar. Lì la battuta ci sta, sul cartello affisso con lo stemma del Comune un po’ meno, anzi proprio per niente.
Ermanno Vitale
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.