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IVREA. La Diana è in edicola. Premio Le Bourriquet d’or a Gillardi

Memori della piazzata dello scorso anno, venerdì scorso, da “Vino e dintorni” di via Arduino, alla presentazione in anteprima del nuovo numero (il 29!) de LA DIANA, il sindaco non è stato invitato. Poco importa! Ad applaudire l’editore Helena Verlucca e il curatore della rivista Francesco Gioana sono arrivate più di 50 persone e tra le tante anche lei, Federica Ranieri, mugnaia 2019, un’occasione irripetibile per consegnarle quel mazzo di violette negatole lo scorso anno.  Per il resto tutto come vuole la tradizione. E sono pagine graffianti, appassionate, sudate, colorate in alcuni casi addirittura eccitanti.  Ah già, dimenticavamo, il premio “Le bourriquet d’or per una lunga serie di “stronzate” quest’anno va a Piero Gillardi, Marina Zannini e Stefano Ampollini. Pe le motivazioni correre in edicola ad acquistare la rivista....

l.l.m.

La presentazione  Qualunque umore circoli tra le varie componenti cittadine coinvolte nel Carnevale eporediese, alla prima domenica degli Abbà (che quest’anno ricorre il 9 febbraio 2020), puntuale come un orologio svizzero, esce nelle edicole cittadine il numero 29 de LA DIANA, periodico di etnografia canavesana che si appresta, con tutto il suo fascino colorato, a difendere l’aspetto storico dell’evento e a soddisfare i suoi sempre più numerosi e accaniti collezionisti. Il cambio al vertice, sia dell’ente che organizza la manifestazione (in lotta accanita con le Componenti che la rendono possibile); sia dell’amministrazione cittadina, viene affrontato con tutta serenità dalla rivista e sottoposto al giudizio dei lettori. Colui che avrebbe dovuto fare il Generale, Alberto Bombonato, viene nella rivista presentato quando riceve sciabola e feluca il 6 gennaio, perché non ci era stato concesso di offrirlo in divisa ai lettori, com’è stato fatto nell’ultimo quarto di secolo. Sarà stata forse un’avvisaglia che quella divisa non l’avrebbe mai indossata? Al Sindaco, invece, che da un anno amministra la città, vengono addebitate le promesse fatte ne “La Diana” dell’anno scorso e rigorosamente non mantenute; mentre, con un articolo illustrato in modo divertente, l’art director Francesco Gioana cerca di individuare dove ci porti questo gran “cambiamento”, arrivando a ipotizzare la sparizione di gran parte delle nostre radici comuni e quella componente culturale che rendeva il nostro Carnevale unico e inimitabile. In questo clima controverso, invecchiano persino le bandiere dei rioni che gli Alfieri portano a Carnevale, ma ci pensa questa nobile e ribalda componente a cercare chi li aiuti a rimpiazzarle. Sperando che il futuro migliori la situazione, è giusto evidenziare, nell’album dell’edizione 2019, i colori, i sorrisi e gli applausi di fronte alla pagina che illustra l’Alzata dei dieci Abbà; seguire la vezzosa Mugnaia, Federica Ranieri Grijuela in mezzo al popolo esultante, il Generale con lo Stato Maggiore, il Podestà, il Sostituto G.C. e le varie componenti, tutti annegati tra gli oltre milleseicento eporediesi DOC, calzanti regolarmente il frigio berretto rosso. Sempre fantasmagorica è la battaglia delle arance che infuria su vie e piazze dell’intera città e richiama a Ivrea gente anche da molto lontano. Un lungo e corposo articolo è destinato ai Pifferi e Tamburi, seguito da una piccola inedita ricerca sull’uniforme della mitica banda, a testimoniare con quanta cura la redazione della rivista affronti il passato del Carnevale, scavando negli angoli più reconditi. “Il perché di un balcone” illustra la protesta condotta con ironia lo scorso anno dal gruppo degli Alfieri, che hanno organizzato un “funerale” in stile messicano per sottolineare la perdita del dialogo, della passione, del rispetto, dell’umiltà e della condivisione. Un articolo che tutti dovrebbero leggere è quello che si chiede “perché gli ignoranti pensano sempre di avere ragione”, ma anche gli interventi del direttore de “La Voce” che racconta non solo cronache, ma anche fatti. Tornano in evidenza i cavallanti che, con i favolosi cavalli, le carrozze, l’eccellenza dei finimenti, rappresentano una parte cospicua nel successo della manifestazione; con la visita al laboratorio artigiano dei fratelli Moirano viene presentata una storia di successo a livello internazionale. Un bellissimo servizio fotografico illustra in chiusura la lunga e laboriosa preparazione di “polenta e merluzzo”, il succulento piatto del mercoledì delle Ceneri, preparato dai volontari della Croazia.
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