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05 Dicembre 2022 - 10:31
Andrea Agnelli
"La situazione è molto grave e a Torino l'aria sempre più pesante. Il futuro sportivo della Juventus è nelle mani della giustizia, il rischio di una Calciopoli 2 assai concreto. Anche se, questa indagine è addirittura "più grave nella storia del club bianconero, forse anche superiore a quella del 2006".
Le parole di Mattia Grassani, luminare di diritto sportivo, pronunciate nel corso di Radio Anch'io lo sport, risuonano come una specie di sinistra premonizione dalle parti della Continassa.
"Le fattispecie di reato, sia che riguardi la violazione di norme borsistiche, sia di norme societarie e sportive, abbraccia un arco di comportamenti illeciti (siamo ovviamente alle ipotesi) che non ha precedenti - spiega l'avvocato Grassani -. La Juventus rischia più dell'ammenda o della penalizzazione. Quello che sta emergendo, secondo la norma, può portare a una retrocessione".
La norma in questione è l'articolo 31 comma 2 del codice di giustizia sportiva, che parla di "violazioni in materia economico-finanziaria e gestionale", stabilendo che, in caso di "alterazioni di documenti, quindi scritture private che posticipano il pagamenti degli stipendi", si può arrivare a "conseguenze superiori alla penalizzazione".
L'avvocato Mattia Grassani
La norma prevede che, in caso di ottenimento dell'iscrizione al campionato attraverso l'alterazione di documenti, di scritture private che posticipano i pagamenti dovuti ai calciatori nella stagione 2021/22, o addirittura rinunciano fittiziamente, il club può essere "escluso dal campionato, retrocedere all'ultimo posto e perdere i titoli sportivi".
Per Mattia Grassani i tempi del procedimento saranno brevi.
"Dal momento - spiega - che la giustizia sportiva ha tempi brucianti, a differenza di quella penale, civile e borsistica: se dovesse esserci deferimento, il procedimento si concluderà sicuramente entro la stagione 2022/23 e le sanzioni saranno scontate immediatamente".
Le dimissioni in blocco del Cda dei bianconeri ricordano tanto quelle del 2006, quando Moggi, Giraudo e Bettega, all'apertura del procedimento, lasciarono le rispettive cariche.
"E' un segnale positivo - ammette Grassani - in un quadro molto preoccupante. Questo, però, non basta per ridurre la portata e la gravità dei fatti - se verranno accertati - e neppure per arrivare a sanzioni più miti. Certo, questo è un segnale che la dice lunga sulla volontà della società di isolare comportamenti e persone che oggi sono al centro di un'inchiesta particolarmente urticante e fastidiosa nei confronti della società. Con le dimissioni del Cda il rischio di reiterazione dei reati non esiste più, credo che la Procura faccia ricorso verso il rigetto della custodia cautelare chiesta per Agnelli. La vicenda penale prosegue con protagonisti e indagati in libertà".
Ai tempi di Calciopoli la bufera coinvolse gli arbitri, perché "il sistema Juventus fu quello di inquinare il sistema arbitrale dal vertice".
"Oggi il fatto che gli stessi protagonisti si lascino andare a questi parallelismi, e parlino di una situazione più grave di quella di Calciopoli, dimostra la consapevolezza dei loro comportamenti, che dunque sono ancora più gravi rispetto al 2006 - rileva Grassani -. Un conto è avvicinare un arbitro, un designatore, il presidente dell'Aia, cosa peraltro gravissima, un conto è drogare i conti della società. Così si viola la parità competitiva con gli altri club, si altera la regolarità del campionato, anche quello che si gioca sul campo. Io non devo immettere capitali nella società tramite figurine Panini o carte del Monopoli che riesco ad alleggerire. Il movimento calcistico deve avere la capacità e la forza di eliminare le mele marce, sia che si chiami Juventus o Borgorosso Football Club". aggiunge.
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