Una volta si diceva che il calcio era uno sport per uomini duri. Una volta, appunto. Ora invece l’arte pallonara sembra meno virile di una partita di curling, con tutto il rispetto per il curling. Come sono lontani i tempi in cui pur di giocare anche i calciatori si armavano di pale per liberare il campo dalla neve. Bastava avere un pallone e andava bene anche un campo pieno di sassi senza un filo d’erba e tutti erano contenti di giocare. E’ vero che venerdì notte è nevicato parecchio su gran parte del Piemonte e qualche campo da gioco risultava davvero impraticabile, ma rinviare totalmente l’attività di sabato e domenica è apparso alquanto esagerato. Ed è stucchevole sentire gli “addetti ai lavori” pronunciare le classiche e ormai ritrite parole: “su un campo in queste condizioni non si può proprio giocare” quando sul manto erboso c’erano magari solamente un paio di centimetri di coltre bianca o semplicemente del fango. Già perché c’è bisogno del campo perfetto con l’erba tagliata al millimetro per vedere lo scempio che è diventato il calcio di oggi con tanti calciatori (?) che corrono (quando ne hanno voglia) per il campo senza sapere cosa fare quando quella cosa rotonda rotola dalle loro parti. O assistere ai teatrini e alle urla di gente che millanta di essere "allenatore". O quel che è peggio vedere genitori insultarsi e venire alle mani tra loro sulle tribune. A Chivasso l’Ettore Pastore ha fatto storia per come era prima di trasformarsi in un tappeto sintetico. Erba solo nei pressi delle bandierine del corner, terra, polvere e sassi (sparsi come trappole pronte a minare caviglie e ginocchia), ma nessuno si è mai lamentato. Si usciva da quel campo (e da molti altri) con le ginocchia sbucciate e tutti sporchi dalla testa ai piedi, ma con quel sorriso stampato sul volto che al giorno d’oggi si vede sempre più raramente nel mondo del calcio. E quando pioveva o nevicava? I bambini erano ancora più contenti di entrare in campo “sai che scivolate che ci spariamo oggi” era la frase ricorrente. Quale vero appassionato non ha mai giocato sulla neve o sotto la pioggia. Adesso tutto è cambiato. “Ho sentito una goccia d’acqua, fermiamo il campionato. E’ caduto un fiocco di neve, fermi tutti”. Non ci si vorrà mica sporcare le scarpine colorate di marca che i ragazzini indossano scimmiottando i grandi campioni, con tutto quello che costano. Tocca aspettare il prossimo week end per rivedere le squadre in campo, sempre con non succeda qualche altro cataclisma che stoppi di nuovo tutto.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.