La diagnosi più schietta sul Milan è di Rino Gattuso. "Siamo spenti, in tutti i sensi, sta mancando l'anima. Dobbiamo tornare ad avere un'anima", ha spiegato l'allenatore, che si è detto deluso più da se stesso che dai giocatori, e ha esaminato il momento di crisi a tal punto senza filtri da ammettere che "a vedere le ultime prestazioni, direi che no", la squadra non è in grado di difendere il quarto posto. Non è escluso che dietro tanto pessimismo ci sia la volontà di scuotere la squadra. Il campo dirà che scorie ha lasciato la semifinale di coppa Italia persa con la Lazio, in particolare su Tiemoué Bakayoko dopo i 90 minuti di cori e ululati razzisti. "E' stato bravo a non perdere la testa. Qualcuno sembra rimasto al 1800", la riflessone di Gattuso, che ha cinque partite per non fallire anche l'ultimo obiettivo di una stagione travagliata. Alla vigilia dello scontro diretto per la Champions con il Torino, ha esortato i suoi a "non pensare al proprio orticello ma con una testa sola. Poi vedremo chi ci deve giudicare a fine stagione. Ora dobbiamo chiuderci a riccio e per un mese pensare solo al Milan". Sono diversi, d'altronde, i giocatori che in estate rischiano di cambiare aria, e anche la panchina è destinata con ogni probabilità al settimo avvicendamento in altrettante stagioni. Le difficoltà di convivenza fra Gattuso e il dt Leonardo sono emerse quasi subito, ma sono state dell'allenatore a fine marzo le prime dichiarazioni pubbliche che hanno reso incerta la prosecuzione del rapporto per i residui due anni di contratto. C'è chi vede lo spartiacque della crisi nel derby perso la settimana precedente e chi lo fa coincidere proprio a quella conferenza stampa, alla vigilia del ko in trasferta con la Sampdoria. "Quando eravamo in tournée in America doveva arrivare Conte, un giorno Terim, un altro Van Gaal. La squadra dall'estate sente ogni giorno voci sull'allenatore, ci ha fatto l'abitudine", ha replicato Gattuso, sottolineando comunque che "il Milan da anni non si giocava la Champions alle ultime giornate". A Torino dovrebbe tornare titolare Lucas Paquetà, "ma non ce la può fare da solo - ha avvertito Gattuso -, dobbiamo salvarci tutti insieme". Dopo l'ennesima prova deludente, potrebbe finire in panchina per la seconda volta in questo campionato Suso, uno dei rossoneri più involuti. Altri non sono al top dal punto di vista fisico o mentale. Un guaio in più per una squadra a corto di idee, gol e anche di leadership. "Non si compra a 10 euro al supermercato, ci vuole tempo", ha notato Gattuso evitando i paragoni con le scosse che dava allo spogliatoio da calciatore. Da allenatore cerca modi più lucidi: "Non devo fare del cinema per mostrare che sono arrabbiato. Ma non ho assolutamente mollato".
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