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01 Ottobre 2015 - 19:25
Andrea Agnelli
Nella lettera agli azionisti Agnelli ribadisce la sua critica al sistema calcio italiano. "Non sta trovando al suo interno - scrive - le risorse umane adatte a rilanciarlo e a ricollocarlo al centro del dibattito politico.
Si realizzano posizioni di rendita ingiustificata, godute da soggetti che non sono né protagonisti né finanziatori".
"Si tratta di realtà - spiega il presidente della Juventus - che hanno saputo con scaltrezza 'generare' il consenso di un sistema autoreferenziale. Nel frattempo, i club italiani, pur in presenza di una congiuntura di mercato piuttosto favorevole, non sono stati in grado di crescere al passo dei loro competitor europei".
Agnelli correda la sua considerazione con i dati del giro d'affar nel quinquennio 2009-2014: "Il calcio inglese ha avuto una crescita del 61%, quello tedesco del 46%, quello spagnolo del 32%, quello francese del 42%, quello russo dell'86%, quello turco del 62%. L'Italia nello stesso periodo è cresciuta solamente del 14%".
Agnelli elenca tre priorità, "per il miglioramento del prodotto": le seconde squadre, la riforma dei campionati e gli investimenti per gli stadi. "La creazione delle seconde squadre - scrive Agnelli - è stata rifiutata per troppo tempo, mentre gli altri Paesi garantivano alle loro giovani leve una crescita armoniosa. la Serie A deve avere la forza di colmare il gap generazionale tra il campionato Primavera (Under 19) e l'accesso potenziale alle prime squadre, che avviene mediamente verso i 22-23 anni".
"L'auspicio è che le prossime scadenze olimpiche portino un'accelerazione della spinta riformatrice nelle componenti costitutive del calcio italiano, favorendo un naturale ricambio degli uomini, delle competenze e delle modalità di gestione del potere". Così il presidente Andrea Agnelli nella lettera agli azionisti. "E' una riflessione - scrive Agnelli - che le Leghe, i calciatori ed i tecnici devono saper cogliere per non passare altri cinque anni ad elencare quello che si dovrebbe fare ma nessuno fa".
Per il presidente bianconero, la riforma dei campionati "è improrogabile e deve essere accompagnata da una profonda riflessione sulla mutualità: chi viene retrocesso deve essere salvaguardato. Vicende come quelle del Parma o le continue difficoltà di molti club nell'ottenere le licenze Uefa minano la credibilità di tutto il sistema".
C'è poi il capitolo stadi. "Non soltanto latita la pianificazione di nuove infrastrutture - osserva il presidente della Juventus - ma si lascia che le attuali strutture continuino ad operare in deroga alle normative in vigore". E c'è - sostiene Agnelli - il punto dolente della sicurezza e della videosorveglianza: "Con costi inferiori alla Goal Line Technology" si farebbero "investimenti che coadiuverebbero in modo determinante il lavoro delle forze dell'ordine".
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