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27 Novembre 2013 - 09:17
L'acqua deve restare un bene pubblico imprescindibile. Lo crede la maggioranza degli italiani che ha risposto al referendum del giugno 2011. Lo sostiene ed è pronto a dare battaglia su questo tema l'omonimo "Comitato Acqua Pubblica", ospite, lo scorso lunedì sera, di un incontro presso il salone comunale organizzato con il Sindaco Giambattistino Chiono a cui hanno partecipato alcuni amministratori ed una quindicina di persone di Busano.
"Non ci aspettavamo chissà quale affluenza – mette le mani avanti Chiono -. Non c'è ancora tutta questa sensibilità sull'argomento. Ma del resto l'anno scorso all'assemblea dei Sindaci della Provincia eravamo soltanto in due ad opporci al sindaco metropolitano mentre oggi c'è un plebiscito. Già anni fa mi ero opposto alla cessione dell'acquedotto comunale, poi attuata dal mio successore. Continuerò a battermi perchè l'acqua deve rimanere bene pubblico. Sicuramente continueremo la collaborazione con il Comitato".
Il punto nodale della campagna a difesa dell'oro blu consiste nella richiesta di trasformare la Smat da Società per Azioni in Azienda di Diritto Pubblico. Per il momento solo pochi Comuni hanno adottato l'atto deliberativo. Il primo è stato Villar Focchiardo, piccolo paesino nella Val di Susa. Di recente si è aggiungo Nichelino.I Comuni di Rivalta e Chivasso ne hanno discusso l'atto in settimana.
"Speriamo vivamente in una risposta del territorio – sottolinea la Presidente del Comitato Acqua Pubblica Mariangela Rosolen -. Ci aspettiamo che anche altri Comuni assumano l'iniziativa". Si potrebbe obiettare che oggigiorno la legge impone il divieto sulla creazione di Consorzi e municipalizzate. "Appunto, la creazione – sottolinea Rosolen -, noi invece chiediamo una trasformazione di una società esistente che è a capitale pubblico, di cui il 65 per cento delle quote è in mano a Torino, ma ha una personalità giuridica di diritto privato. Ne chiediamo la trasformazione perchè sull'acqua non devono esserci fini di lucro nè si può incorrere nell'eventualità che prima o poi le azioni possano in mano a privati e la popolazione residente nel territorio degli enti locali consorziati deve essere coinvolta nelle scelte. Torino aveva deliberato il 4 marzo di quest'anno l'avvio della trasformazione ma subordinata talmente a tante condizioni e verifiche da renderla difficilmente concretizzabile".
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