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BORGOFRANCO. Investì un'anziana al bordo della strada. Quincinettese condannata a sei mesi

BORGOFRANCO. Investì un'anziana al bordo della strada. Quincinettese condannata a sei mesi

Investì un'anziana signora, la sera del 12 dicembre 2008, lungo via Bio' a Borgofranco. La vittima perse la vita sul colpo. Per quel fatto è stata condannata a sei mesi di reclusione, per omicidio colposo, la conducente del veicolo, Paola Iachi, 49 anni, di Quincinetto, difesa dall'avvocato Pierfranco Sado.

La sentenza è stata pronunciata l'altra settimana dal giudice Marianna Tiseo del Tribunale di Ivrea. Il drammatico accaduto è stato ricostruito in aula attraverso la testimonianza di Elso Veneri, marito della vittima, classe 1923, originario di Borgofranco ma residente in Valle d'Aosta. Erano le 19,30 buio pesto. Venerdi aveva raccontato che quella sera stava camminando insieme alla moglie Maria Luisa Enrietti, lungo la via, diretti verso la frazione. "Volevamo prendere il pullman per tornare ad Aosta dopo essere passati al cimitero. Era la mio fianco. Poi ho sentito un colpo. Lei ha fatto un volo di dieci metri, ha battuto la testa sul parabrezza di quella vettura ed è morta sul colpo. Non ho visto l'automobilista in faccia, ha solo detto che stava andando piano e on si era accorta di nulla e in cinque anni non si è mai fatta viva".

Il Maresciallo Maurizio Caputo, Comandante della stazione dei Carabinieri di Settimo Vittone, che eseguì gli accertamenti, ha riferito che all'arrivo la Iachi si trovava sul posto e un'ambulanza era accorsa dopo i vani tentativi di rianimare la vittima. Il veicolo, una Peugeot 207, era distrutto sul davanti: la parte anteriore destra del cofano risultava danneggata, il fanale rotto e il parabrezza sfondato. Inoltre, considerate le posizioni della traccia di sangue ed i 14 metri di frenata presenti a terra, era presumibile che la Iachi viaggiasse ad una velocità non commisurata al luogo, dove vige il limite dei 50 Km orari.

La difesa si è invece appigliata, senza successo, ad altri elementi che potessero in parte giustificare il sinistro. La vittima, per esempio, vestiva abiti scuri, il cielo era coperto, l'illuminazione debole e la coppia camminava sul ciglio della via anzichè sul marciapiede. La vittima, poi, era ipovedente e secondo una prima versione rilasciata dalla persona offesa era rimasta leggermente indietro, nella passeggiata, per attaccarsi un bottone.

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