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12 Gennaio 2016 - 09:44
Il sindaco Livio Tola
L'articolo uscito a fine dicembre sulle colonne di questo giornale è stato ripresto dai media locali (Sentinella e Stampa) e nazionali (Tg1 ed una sfilza di altri giornali). Non solo perché la scelta del Sindaco di Borgofranco Livio Tola di vietare il wi-fi delle scuole somiglia ad un ritorno dall'homo sapiens alle carvene. Ma anche perché appena ieri il suo predecessore Fausto Francisca aveva investito parecchio, appoggiandosi alla Regione Piemonte ed ai contributi stanziati dall'Unione Europea per l'ammoderamento tecnologico (anzi, per essere più precisi ancora, il primo finanziamento risale all'ex ex primo cittadino Vincenzo Baruzzi, e di mandato in mandato si è èensato ad un progressivo sviluppo). Ed anche per la fragilità delle ragioni. "Non so se faccia male o no ma, nel dubbio, lo vieto" sostiene Tola. Un'applicazione piuttosto strampalata del "principio di precauzione". Se così fosse si dovrebbe davvero tornare all'era delle caverne, togliere fornetti a microonde dalle case, i telefonini dalle scuole oltre a rinunciare al pc e tornare alla carta, magari togliere pure il cloro dall'acqua potabile...
Ed infatti la notizia è stata appresa con sgomento dalla minoranza consiliare. Persino dalla preside Alessandra Bongianino (seppur su questo preferisca astenersi dai commenti) mentre i genitori si dividono, tra favorevoli e contrari, in questa fetta di eporediese estenuata dalla lotta contro il pirogassificatore (precisamente contro la messa in funzione di un progetto, elaborato nientepopodimeno che con il Politecnico di Torino, che avrebbe consentito di produrre mini pirogassificatori da vendere alle aziende per lo smaltimento "in casa" dei rifiuti), battaglia che fece vincere l'ex grillino Tola, allora nel comitato "No Piro", alleato con gli ambientalisti dell'altro comitato "Dora Baltea che respira", stretta di mano che tra l'altro gli costò l'uscita dal gruppo dei pentastellati. Ma vecchie vicissitudini politiche a parte, a proposito del dievito, secondo il primo cittadino ci sarebbero dei precedenti, scoperti attraverso internet, per esempio a Francoforte.
Daniele Trinchero, ingegnere del Politecnico di Torino e specializzato nello studio dei campi magnetici, (uno che un po' più di Tola certamente ne sa...), spiega che "un’apparecchiatura wi-fi a norma ha una potenza di trasmissione che oscilla fra i 30 e i 40 milliwatt. Un cellulare, ne raggiunge 300. E se ce ne sono più di uno nella stanza le frequenze si sommano, mentre il passaggio dei dati con il wi-fi, oltre a non essere continuativo, non può mai superare la potenza massima".
La minoranza adesso è pronta ad andare all'attacco e chiedere a Tola la copertura, di tasca propria, delle spese che il Comune dovrà sopportare per questa decisione balzana. "Lui ha fatto una scelta che costa al Comune e che abbiamo scoperto da delibere di Giunta – sottolinea Fausto Francisca -. Sono state usate risorse per il cablaggio per togliere il wi-fi, rinunciando ai contributi nazionali e facendo spendere i cittadini di Borgofranco. E' una scelta personale contro le direttive di tutti i livelli istituzionali. La scelta politica è legittima ma siccome Tola è espressione di un'Amministrazione, quella scelta costa e deve pagarla lui".
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