Più ombre che luci sulla campagna tesseramenti del Partito Democratico di Borgaro negli anni 2012 e 2013. A sostenerlo è Manuela Anedda, ex responsabile tesseramento del partito in quegli anni che nei giorni scorsi ha inviato una lettera-denuncia alle Commissioni di garanzia nazionale e regionale e alla Federazione torinese del Pd, oltre che informare i due gruppi di opposizione in consiglio comunale. Vale a dire il “Gruppo Latella” (con il quale si era candidata per le amministrative 2014, ndr) e il Movimento 5 Stelle. E la Anedda di accuse ne muove tante, facendo riferimenti ben precisi. Come ad esempio tesseramenti fatti negli uffici comunali piuttosto che l'aumento esponenziale dei tesserati in quegli anni o gli inviti a recarsi a casa dei vertici dell'associazione “Dacia” di Borgaro per andare a consegnare e poi ritirare un congruo pacchetto di tessere. “Pur non avendo nessun tipo di esperienza politica ed amministrativa, mi è stato richiesto di occuparmi dei nuovi tesseramenti – spiega la Anedda nella missiva - Il mio compito stabilito dell’allora sindaco Vincenzo Barrea era quello di compilare la modulistica anagrafica relativa alle iscrizioni di tesseramento. Rilevo che, per la quasi totalità dei tesseramenti, non mi ritrovavo di fronte ai diretti interessati, ma mi venivano fornite delle fotocopie di documenti d’identità dei richiedenti. Questa era la procedura da seguire indicatami dall’allora sindaco per la compilazione delle richieste volte ad ottenere nuove tessere. Le dette richieste di tesseramento venivano poi trattenute dall’allora sindaco e non ho certezza in ordine a chi ha apposto la sottoscrizione autografa delle stesse richieste di tesseramento. A riguardo mi parrebbe opportuna una verifica”. Poi la precisazione: “Il tutto avveniva presso il Palazzo Civico e, nello specifico, nell’ufficio del sindaco, così come per la maggior parte delle attività di partito. Mi sono trovata anche ad assistere al pagamento diretto da parte del primo cittadino con soldi di cui non conosco la provenienza”. Immancabile il riferimento all'associazione “Dacia”, al centro delle polemiche da qualche settimana a questa parte: “Sono stata inoltre invitata a recarmi presso l’abitazione della presidente dell’associazione Dacia; le richieste di nuovi tesseramenti alla stessa da me consegnate mi venivano poi riconsegnate sottoscritte. All’epoca dei fatti non ho percepito il più ampio senso di trasparenza: nello specifico mi chiedo cosa ha portato ad un incremento di iscritti facenti riferimento a persone di nazionalità romena. Non mi spiego inoltre per quale motivo il tesoriere di allora si dimise dal suo incarico”. Infine uno sfogo personale, a margine della conferenza stampa congiunta del “Gruppo Latella” e del Movimento 5 Stelle e che hanno già annunciato di aver presentato una interrogazione al riguardo e che sarà discussa quanto prima in consiglio: “Tornassi indietro non mi tessererei più al Pd. Mi hanno delusa. Sono stata usata ingenuamente. Ma tre cose voglio chiarirle: io sono di sinistra e la lista di Marco Latella è una lista civica, non di destra. Infine, io sono uscita dal Pd ben prima che mi arrivasse la lettera di espulsione per mia volontà e non per arrabbiatura”.
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