Beppe Bava si dimette da presidente del Parco del Po ma cita leggi e articoli sbagliati. Oppure si sono sbagliati i suoi colleghi del Parco. Che Bava si debba dimettere, essendo diventato primo cittadino di San Sebastiano, è stabilito dalla legge regionale istitutiva 19 / 2009: in base all’art. 14 comma 5 la carica di presidente del Parco è infatti incompatibile con quella “di sindaco o assessore comunale dei comuni posti anche parzialmente entro i confini delle aree protette gestite dall'ente”. Ma la delibera del 28 maggio del consiglio dell’Ente Parco (i membri superstiti Giorgio Albertino, Fabrizio Oddone e Matilde Casa), che prende atto delle dimissioni del presidente Bava, non cita questo articolo e questa specifica incompatibilità. L’oggetto della delibera è “rinnovo degli organi dell’ente connesse al termine della IX legislatura regionale”, e lascia intendere che Bava abbia semplicemente rimesso il mandato alla giunta regionale Cota da cui l’aveva ricevuto e che ora non esiste più. Poi Albertino, Oddone e Casa scrivono di avere ricevuto il giorno prima da Bava la lettera di dimissioni formulata “ai sensi della legge regionale 35 / 1995 art. 14”. Peccato che in questa legge regionale l’articolo 14 non ci sia, dato che è composta di soli otto articoli. E poi questa legge non c’entra niente con le questioni di incompatibilità fra cariche istituzionali, ma riguarda tutt’altro, cioè i “beni culturali architettonici nell'ambito comunale”. E’ vero che, subito dopo, la delibera cita finalmente la legge giusta e l’articolo giusto, cioè la 19 / 2009 art. 14. Però non il comma 5, quello che stabilisce l’incompatibilità fra la carica di presidente e quella di sindaco, ma il generico comma 9, il quale dispone che “in caso di impedimento del Presidente per dimissioni, decadenza o impedimento, lo stesso viene sostituito temporaneamente dal vicepresidente”. Ma allora con quali motivazioni Bava si è dimesso? Non lo sappiamo, anche perché la sua lettera di dimissioni non è allegata alla delibera. Abbiamo anche cercato lumi nello statuto del Parco Po, che è stato approvato nel 2013 sotto la presidenza Bava: ma lo statuto non si occupa della questione incompatibilità, e rimanda alla legge regionale istitutiva. Con le leggi Bava aveva già toppato in maggio, in campagna elettorale, quando denunciò “La Voce” al Corecom per violazione della normativa sulla par condicio. Ma aveva male interpretato la norma, e infatti il Corecom archiviò immediatamente. Che la malattia sia diventata contagiosa e si sia trasmessa all’intero Parco del Po? Prima che Bava lasciasse la presidenza, il Parco del Po si è ricordato dei coccolatissimi amici intellettuali e artisti. In maggio infatti il direttore Ippolito Ostellino, con apposite determine dirigenziali, ha assegnato 1.000 euro all’’Associazione Progetto Cultura e Turismo Carignano”, organizzatrice della rassegna “Per Nobili Terre”. Altri 1.000 euro sono andati ai “Teatri di Confine” di Chivasso, e 3.100 al Faber Teater di Chivasso per le due iniziative “Progetto Dante” e “Percorsi di sensi”. Infine, il 28 maggio il consiglio di gestione, ormai senza Bava, ha rinnovato per due anni, ulteriormente rinnovabili, l’incarico di direttore al dottor Ippolito Ostellino.
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