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Benessere
14 Ottobre 2025 - 10:32
Non so se avete mai sentito parlare di questa “legge” ma vi assicuro che è molto interessante nell’ambito della crescita personale e del benessere integrale. Intanto, non si tratta di una trovata di qualche “guru” moderno ma il suo studio ha origini antiche e prende forma nelle filosofie orientali per poi arrivare alla psicologia di Gustav Jung, con il concetto di “ombra”.
Diciamo subito che la legge dello specchio non è magia (come in un certo senso può essere considerata la famosissima “legge di attrazione”) ma di un concetto psicologico secondo cui il mondo esterno riflette aspetti inconsci di noi stessi, sia positivi che negativi. In altre parole, ciò che ci piace negli altri è un riflesso di qualità che già possediamo, mentre ciò che ci irrita è spesso legato a parti di noi stessi che non accettiamo o che reprimiamo.
Benissimo, e cosa possiamo farcene di questa consapevolezza? Tanto, se consideriamo il percorso di vita come una sorta di “scuola” dove l’obiettivo è migliorarsi e crescere… Comprendere che le persone intorno a noi sono un riflesso di quello che siamo può aiutarci a migliorare sotto diversi punti di vista. Rivedere le relazioni sotto questa lente può aiutarci a lavorare su noi stessi e rivalutare anche quei “rapporti difficili”.
Mi spiego meglio con qualche esempio: se ho un collega che considero particolarmente antipatico perché sparla delle altre persone… potrei riflettere su ciò che mi infastidisce di questo comportamento e domandarmi se è una cosa che faccio anch’io o che comunque alimento con il mio giudizio. Oppure se considero insopportabile una mia parente perché appena mi vede “parte con l’interrogatorio”… dovrei chiedermi che cosa mi fa “scattare” quel fastidio e se, magari, è la mia incapacità di chiedere o di fare domande.
Insomma, potrei andare avanti con infiniti esempi ma la realtà è semplice: gli altri ci mostrano parti di noi sulle quali possiamo lavorare per vivere una vita più felice e gratificante. In particolare modo, sono proprio le persone che “ci attivano negativamente” a darci l’opportunità di crescere, affrontando le “nostre ombre”. Tutto ciò a patto di non “scappare”, evitando di incontrare o affrontare proprio quelle situazioni. Questo non vuol dire farsi trattare da “schifo” dalle persone che non ci piacciono ma che una “leggera esposizione” può aiutarci a migliorare, con gentilezza, delle parti di noi che probabilmente trascuravamo.
Inizialmente, può solo bastare capire perché una certa persona vi provoca “fastidio” o comunque uno stato d’animo particolare. Non vi preoccupare, avrete sempre la possibilità di mettere in pratica questa “legge” anche perché la vita inevitabilmente vi ripropone situazioni e in questo caso relazioni pressoché identiche per farvi “superare” una determinata “ferita irrisolta”. Non è un caso che spesso delle coppie si lascino per poi ritrovarsi con partners pressoché simili… questo perché non si è “scardinato” lo schema o, meglio ancora, non si è voluto guardare il riflesso dello specchio. Detto ciò, il lavoro personale da intraprendere non è semplice ma con una buona dose di gentilezza e compassione nei nostri riguardi si può davvero fare tanta strada. L’obiettivo non è diventare dei Budda ma rendersi conto che in ogni relazione il 50 per cento dipende da noi, è darsi la giusta responsabilità, per vivere in serenità. Si potrebbe considerare un atteggiamento egoistico ma la realtà è che quando stiamo bene, quando siamo capaci di accettare e “vedere” gli aspetti di noi che ci piacciono meno, anche le persone intorno a noi ne beneficiano. Tutto questo lavoro deve essere fatto cominciando con una comunicazione efficace verso noi stessi, senza incolparci o giudicarci, che poi si dovrà tramutare in assertività con gli altri, soprattutto quelli che non sopportiamo.
Per oggi penso di aver tirato fuori parecchio materiale e, come sempre, vi auguro un’ottima settimana e di riuscire ad affrontare l’immagine riflessa allo specchio! A presto!
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