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La giusta fatica...

Consigli per il benessere integrale e la crescita personale

La giusta fatica…

Italo Calvino diceva “diffidate delle cose facili” con l’intento di trasmettere ai giovani un concetto importante: per ottenere qualcosa occorre “faticare”. Insomma, le scorciatoie non sono mai una buona idea anzi, a lungo andare, tolgono piacere alla vita. Un concetto che è bene ricordare ad ogni età per un’esistenza significativa. 

La verità è che se vogliamo migliorare in qualcosa dobbiamo faticare. Che non vuol dire “ammazzarsi” ma provare la giusta “resistenza”, la fatica necessaria. Peccato che alla sola parola “fatica” ci indisponiamo (non è che ci piaccia tanto)… ed è del tutto normale.

Il nostro cervello è biologicamente strutturato per “risparmiare energia”, per fare meno fatica possibile. Ma è evidente che per imparare qualcosa di nuovo o migliorarci in quello che già conosciamo dobbiamo faticare altrimenti il risultato non sarà neutro ma un inevitabile peggioramento delle abilità. Per esempio, se suoniamo uno strumento o pratichiamo una qualsiasi attività fisica sappiamo che non allenandoci non miglioreremo ma anzi peggioreremo.

La fatica, quindi, è riscontrabile in qualsiasi attività: dallo studio allo sport… non c’è via di scampo! E deve diventare una nostra alleata!

Anche se la cultura odierna sembra proporre ai giovani soluzioni facili, come diventare ricchi e famosi, pubblicando dei contenuti on line, noi adulti, dobbiamo scardinare queste credenze. Insomma, per dirla breve, dobbiamo “accogliere la fatica” e accettarla.

Lo sforzo che facciamo per migliorarci e le difficoltà incontrate sono proprio quelle che ci aiutano a crescere e a provare una grande soddisfazione una volta raggiunto il risultato. Superare un test dopo aver studiato con dedizione rispetto ad averlo copiato ci farà sentire migliori e gratificati, perché l’abbiamo ottenuto con il nostro impegno. Possiamo, quindi, considerare la fatica una nostra “compagna di viaggio” e accettare che inizialmente la mente cerchi di evitarla.

In psicologia si parla di “operosità appresa” ossia sentirsi “capaci” di affrontare un determinato compito o di superare un momento difficile. Questa condizione la si ottiene solo con l’esperienza, mettendosi in gioco e tentando di andare oltre ai propri limiti (senza esagerare pero!). Il tutto fa si che la vera crescita non sia dovuta dall’ottenimento del risultato sperato ma dal percorso, cioè da tutti gli sforzi che abbiamo fatto per arrivare fino a quel punto. Dobbiamo innamorarci del “processo” e non del punto di arrivo. Solo così possiamo affrontare con gioia qualsiasi sfida che la vita ci presenta o che sentiamo di voler intraprendere.

A tal proposito, oggi, vorrei condividere con voi qualche consiglio per “accogliere” la fatica nelle nostre vite:

  1. Fai una cosa che per te è difficile, magari puoi ingannare la mente, cominciando da una parte piccolissima. Se per esempio se devi fare una relazione complessa a lavoro, allora, comincia con l’aprire il file e inserire titolo e data in modo da dare inizio al processo.
  2. Prova a stare nel dolore e nella sofferenza senza “fuggire”. A volte alcune cose ci fanno male, non solo fisicamente, ma prova a resistere a non scappare alla prima difficoltà. Questa condizione la praticano costantemente gli atleti che per migliorarsi devono sempre “portarsi oltre” e fare uno sforzo in più, sopportare quella fatica per migliorarsi.
  3. Immagina sia gli aspetti positivi che negativi di un’esperienza e agisci nonostante tutto. Per esempio so che fare quella lunga camminata mi farà stare bene ma so anche che potrei avvertire stanchezza e fatica.
  4. Accetta la sofferenza e la negatività con la meditazione. Stare quieti ad osservare i propri pensieri e le resistenze della nostra mente per “lasciarli andare” è sicuramente il modo migliore per imparare ad accogliere anche le difficoltà.

Spero che la lettura di questo articolo non sia stata “troppo faticosa” e, scherzi a parte, vi saluto, augurandovi una fantastica settimana! A presto!

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