Cerca

Attualità

Moldovia, elezioni contestate: l’opposizione di Șor prepara le piazze

Tra accuse di intimidazioni, timori di ingerenze russe e la conferma europea, il Paese si avvia a giorni di tensione

Ilan Șor

Ilan Șor, leader del blocco di opposizione Pobeda, contesta i risultati delle elezioni parlamentari in Moldova e annuncia mobilitazioni di piazza nei prossimi giorni.

A Chișinău, capitale della Moldavia, il voto ha parlato chiaro: il partito filo-europeo Azione e Solidarietà (PAS), guidato dalla presidente Maia Sandu, ha ottenuto una netta vittoria alle elezioni parlamentari. Un risultato che AP News ha definito “una chiara maggioranza parlamentare, capace di respingere le opposizioni filorusse”. Eppure, il verdetto delle urne non ha chiuso il dibattito. Anzi, lo ha incendiato.

Ilan Șor, leader del blocco di opposizione Pobeda, ha dichiarato che “l’opposizione moldava non riconosce i risultati delle elezioni parlamentari e li contesterà in tribunale”, sostenendo che fino al 20% degli elettori sarebbe stato “intimidito per non recarsi alle urne”. Parole riportate dall’agenzia russa RIA Novosti, che hanno dato il via a un crescendo di accuse e tensioni.

Lo stesso blocco Pobeda, vicino alle posizioni di Mosca, parla apertamente di “brogli e pressioni”, affermando – come scrive Sputnik – che “la vittoria del PAS non riflette la volontà reale della popolazione” e che il Paese sarebbe pronto a “mobilitazioni popolari di massa”.

Dall’altra parte, l’Europa legge il voto come una conferma della rotta intrapresa. Per il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné, citato da Reuters, il risultato “conferma la svolta europea della Moldova”. Una lettura rafforzata anche dal Financial Times, che ha sottolineato come il verdetto delle urne “rafforzi l’asse europeista nel Paese” e indebolisca le spinte filorusse.

Ma se l’Europa esulta, gli osservatori avvertono dei rischi che incombono. Alla vigilia del voto, le autorità moldave hanno arrestato 74 persone accusate di preparare disordini con il sostegno di reti legate a Mosca, come ha rivelato AP News. E un’analisi dell’Institute for the Study of War ha lanciato un allarme preciso: la Russia potrebbe “preparare proteste violente in Moldova come risposta al rafforzamento della linea filo-europea”.

In questo scenario sospeso, Ilan Șor promette piazze e mobilitazioni. Già noto per scandali finanziari e per le sue relazioni con oligarchi russi, il leader dell’opposizione si presenta ora come il paladino di una “democrazia tradita”. Ma per molti analisti, è un copione già scritto: secondo l’Atlantic Council, il rischio concreto è che “il malcontento popolare venga strumentalizzato come leva geopolitica da Mosca per destabilizzare il governo Sandu e rallentare l’integrazione europea”.

La Moldovia vive così ore decisive. Da una parte l’entusiasmo dei partner europei, che parlano di una “svolta storica” – come scrive l’European Policy Centre, sottolineando che “è il momento della Moldova e l’Europa deve agire ora, prima che sia troppo tardi”. Dall’altra, l’ombra lunga del Cremlino e di un’opposizione pronta a scendere in piazza.

Il futuro immediato del Paese potrebbe non decidersi nei tribunali, ma nelle strade di Chișinău, dove si gioca il delicato equilibrio tra Europa e Russia.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori