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Russia, Intervision 2025: tra musica, diplomazia e il caso del pubblico “a pagamento”

Dentro la “contro-Eurovision” che vuole riscrivere la scena globale: dal trionfo del Vietnam al ritiro degli Stati Uniti, fino al dibattito sulle comparse: il festival lanciato da Mosca divide fonti ufficiali e stampa internazionale

Russia, Intervision 2025: tra musica, diplomazia e il caso del pubblico “a pagamento”

Il vietnamita Đức Phúc celebra la vittoria all’Intervision 2025, il 20 settembre

“La Russia non è mia nemica”. Con queste parole lo youtuber italiano Manuele Martelli, attivo anche su Facebook e Instagram, racconta la sua presenza alla Live Arena di Novoivanovskoe, alle porte di Mosca, per l'Intervision 2025. “Sono qui grazie a YouTube, non per un compenso. Ho letto che gli spettatori venivano pagati, ma il mio conto corrente non ha visto un rublo”, ha spiegato ai media locali. La sua voce introduce quello che è stato presentato dal Cremlino come un evento culturale globale, ma che la stampa internazionale descrive come una sofisticata macchina di potere.

Tuttavia, partiamo da chi ha alzato il trofeo. La serata di ieri si è chiusa con la vittoria del cantante vietnamita Đức Phúc, che ha conquistato il trofeo con “Phù Đổng Thiên Vương” e un premio da 30 milioni di rubli (circa 309.000 euro). Il titolo significa “Il Re Celeste di Phù Đổng” e richiama una delle leggende più amate del Vietnam: quella di Thánh Gióng, l’eroe bambino che, secondo la tradizione, a tre anni chiese ai genitori un cavallo e un’armatura di ferro, crebbe all’improvviso in un gigante e guidò il suo popolo alla vittoria contro gli invasori. Dopo la battaglia, salì in cielo, trasformandosi in una divinità protettrice della nazione. La scelta di questo brano è profondamente simbolica: celebra il coraggio e l’identità nazionale, rendendo la vittoria del Vietnam una narrazione di resistenza e orgoglio patriottico.

L’Associated Press ha definito l’evento “una risposta russa all’Eurovision, tanto politica quanto performativa”, sottolineando che la prossima edizione si terrà in Arabia Saudita. Reuters ha completato il quadro ricordando il podio: Vietnam davanti al Kirghizistan, terzo il Qatar. L’agenzia britannica ha inoltre evidenziato il messaggio valoriale voluto dagli organizzatori, cioè “promuovere i valori tradizionali della famiglia” e la cornice politica di un evento nato “per volere diretto del presidente Vladimir Putin” dopo l’esclusione della Russia dall’Eurovision a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Jaroslav Dronov, nome d’arte Shaman, è un cantante russo nato nel 1991, divenuto famoso per i suoi brani a forte connotazione patriottica e spirituale. Dal 2022 è una delle voci più vicine alla narrativa del Cremlino: la sua canzone Я русский (“Io sono russo”) è diventata un inno di orgoglio nazionale e viene spesso eseguita in eventi ufficiali. Shaman è considerato una figura simbolica della nuova cultura pop russa che mescola musica, identità nazionale e propaganda.

L’elemento più teatrale è arrivato dal padrone di casa: Jaroslav Dronov, in arte Shaman, ha chiesto alla giuria di non votare la sua performance, affermando che “la Russia ha già vinto invitando così tanti Paesi a unirsi a noi”. Un gesto che Reuters ha letto come un modo per rafforzare l’immagine di un ospite generoso e controllare la sceneggiatura. Sempre nella finale di ieri, a fare notizia è stata l’assenza di Vassy, cantante australiana chiamata a rappresentare gli Stati Uniti. La sua esibizione è stata cancellata all’ultimo minuto: secondo quanto comunicato dagli organizzatori, il ritiro sarebbe stato imposto da “pressioni politiche esercitate dal governo australiano”. Associated Press ha confermato che l’artista non ha voluto commentare, mentre Reuters ha ricordato che in origine il nome in gara per gli USA era un altro, Brandon Howard, poi ritirato.

Il vicepremier russo Dmitrij Černyšenko, presidente del comitato organizzatore dell’Intervision 2025.

A definire i contorni del format è stato lo stesso regolamento ufficiale dell’Intervision, pubblicato online: non esiste televoto, il vincitore è deciso da una giuria internazionale e l’organizzazione è affidata a un comitato guidato dal vicepremier Dmitrij Černyšenko. “Contest internazionale, grande show, unione attraverso la musica”, riporta la pagina di presentazione. Una cornice che il The Guardian ha interpretato come “meno lustrini, più ballate patriottiche”, con una lineup di Paesi perlopiù allineati o neutrali verso Mosca.

Il cuore della polemica non è stata la musica, ma chi l’ha applaudita. Associated Press ha riferito dell’esistenza di “annunci su siti di casting che offrivano un piccolo compenso a chi si unisse al pubblico dell’Intervision”. In Svezia, Aftonbladet ha scritto senza giri di parole che “il pubblico è pagato per partecipare”, selezionato via social con requisiti su abbigliamento e aspetto. L’indipendente russo Verstka ha aggiunto che “alcune comparse sono state vestite con costumi nazionali per fingere il tifo di stranieri”, mentre Fontanka.ru ha documentato annunci di lavoro precisi: 6.000 rubli per due giorni, dress code in colori chiari, divieto di giallo e blu, e ritrovo alla stazione metro Park Pobedy, con navette contrassegnate persino dal Ministero della Difesa. “Vedete come gioiscono? Noi dobbiamo gioire meglio”, urlava secondo Verstka una moderatrice durante le riprese pre-evento, incitando le comparse a gridare slogan e impersonare tifoserie straniere.

Gli organizzatori hanno negato con forza. In un’intervista al sito russo abs­atz.media hanno dichiarato: “Non c’è bisogno di comparse: i biglietti si esauriscono in mezz’ora”. Solo in un secondo momento hanno ammesso che un appaltatore esterno aveva reclutato alcune comparse per un numero dello show, attribuendo la confusione a «ormulazioni imprecise negli annunci online. La versione ufficiale, ribadita anche su Vesti e Mail.ru TV, sostiene l’idea di una folla autentica, con al massimo un supporto coreografico limitato. È una posizione che si regge sul fatto che la legittimità del risultato non dipende dal pubblico, poiché non esiste televoto. Rimane però irrisolto il dubbio sul reale equilibrio tra spettatori spontanei e figuranti.

La stampa internazionale e i media indipendenti russi offrono invece indizi concreti: Associated Press (AP) segnala gli annunci online con rimborsi; il tabloide svedese Aftonbladet parla apertamente di pubblico pagato; i giornali russi Verstka e Fontanka ricostruiscono con dettagli logistici l’organizzazione delle comparse, dai costumi nazionali alle navette ministeriali. Sono elementi che non dimostrano che la folla fosse interamente finta, ma che disegnano una platea curata come parte integrante della scenografia.

Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov commenta l’Intervision 2025 in diretta televisiva.

Sul piano diplomatico, il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha rovesciato il frame, difendenso l’Intervision come “piattaforma di scambio e conoscenza reciproca”, respingendo la lettura occidentale di un’operazione puramente geopolitica e sostenendo che l’iniziativa “supera la logica amici-nemici” e dimostra l’”interesse globale” per una Russia non isolata.

Ma come interpretare Intervision 2025?  La giuria internazionale al posto del televoto, la regia istituzionale e la costruzione di un immaginario di “valori universali” trasformano il pubblico da arbitro a comparsa scenografica. Se si dà credito alla versione ufficiale, la sala si riempie spontaneamente e le comparse servono solo a coreografare momenti dello show. Se si accolgono invece le inchieste di alcuni media, la folla è stata orchestrata con precisione: non inventata, ma diretta perché risultasse convincente davanti alle telecamere.

La vittoria del Vietnam, l’assenza americana e la platea festante restano tre immagini simbolo di questa prima edizione. “Power, politics and performance” (Potere, politica e palcoscenico), scrive Associated Press. Ed è proprio qui che si gioca la sfida del format: diventare davvero un rito condiviso come l’Eurovision, oppure restare un gala itinerante la cui eco – secondo alcuni media - dipende più dalle regie dei governi che dall’entusiasmo del pubblico reale.

BOX di approfondimento: L'intervision della Guerra fredda

La prima edizione dell’Intervision Song Contest risale al 1977, a Sopot, città polacca sul Mar Baltico. L’evento fu ideato come risposta socialista all’Eurovision, allora già popolarissimo in Europa occidentale. Organizzato dall’Intervision Network, il concorso nacque sulle fondamenta del tradizionale Festival internazionale della canzone di Sopot, e si svolse fino al 1980. Vi partecipavano soprattutto artisti provenienti dai Paesi del blocco orientale – Unione Sovietica, Polonia, Cecoslovacchia, Germania Est – ma non mancavano ospiti dall’Europa occidentale, come Finlandia e Paesi Bassi. Il regolamento prevedeva una giuria nazionale per ogni Paese, con un sistema di votazione peculiare: il pubblico domestico poteva esprimersi accendendo e spegnendo le luci di casa, i cui picchi di consumo venivano registrati dalle centrali elettriche per stimare il gradimento delle canzoni. Un metodo tanto bizzarro quanto simbolico del legame fra cultura, tecnologia e propaganda. Dopo il 1980 l’Intervision venne sospesa e dimenticata, fino al tentativo – rimasto incompiuto – di un revival in Russia nel 2008. L’attuale rilancio del 2025, voluto dal Cremlino, si presenta dunque come una rielaborazione aggiornata di quell’esperimento della Guerra Fredda: da festival della “musica socialista” a strumento di soft power globale.

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