“Il Borgo Sud Est non è la Crimea. Noi siamo cittadini di Chivasso, non ci siamo mica annessi a Verolengo!”. Batte i pugni sul tavolo, metaforicamente s’intende, Carmelo De Rosa. Al portavoce dell’associazione Chivasso Est, non è andata per niente giù la dichiarazione d’intenti dell’assessore alle Politiche Sociali, Annalisa De Col, fatta durante il Consiglio comunale di dieci giorni fa. E non è andata giù nemmeno al presidente dell’associazione Galileo Ferraris, Bruno Prestia, altro componente del Tavolo Sociale. “Il Tavolo Sociale chiude – ha stigmatizzato la De Col, in risposta ad un’interrogazione della minoranza del Pdl, suggerita da un recente sfogo proprio di De Rosa -. Appena si concluderanno gli ultimi interventi del Contratto di Quartiere, questo Tavolo non verrà più convocato. I soldi sono stati spesi tutti dalle passate amministrazioni, a noi sono rimaste le briciole per fare poche cose. Il Tavolo Sociale è uno strumento che ha dimostrato di avere grosse difficoltà al proprio interno, che si fonda su disponibilità economiche che non ci sono più. Valuteremo un altro strumento di rappresentanza del quartiere, come una consulta ad esempio, che potrà garantire una maggiore e diversa rappresentatività ai cittadini”. Per chi non lo sapesse ancora, il Tavolo Sociale è un tavolo di concertazione tra l’amministrazione comunale, alcuni delegati del quartiere, rappresentanti di Atc. Fino all’amministrazione Matola, si riuniva periodicamente e, al Tavolo, si siedeva anche l’allora presidente del Ciss, Valmore Braghin. Con Ciuffreda, la periodicità degli incontri s’è persa. Così come l’abitudine di ospitare anche il Ciss... Insomma, a Palazzo Santa Chiara non gliene fregava più niente a nessuno... “La De Col ci dice che vuol chiudere il Tavolo Sociale - inforca De Rosa -, bene lo faccia pure. Tanto sono passati nove mesi prima che ne convocasse uno e, come al solito, nella riunione che s’è tenuta venti giorni fa, non s’è deciso nulla. Lei e Giovanni Scinica vengono lì solo per far ostruzionismo alle nostre proposte. Bene, lo chiudano pure. Ma non vengano a dirci che ora organizzano una consulta, per mandarci qui i loro amici a imporci ciò che vogliono loro...”. “Piuttosto oggi mi chiedo - prosegue De Rosa -: è così che Ciuffreda mantiene fede agli impegni presi durante la campagna elettorale, ribaditi anche nell’incontro per il thé delle 17 di qualche tempo fa? Evidentemente, a questa amministrazione, non frega nulla di chi vive al Borgo Sud Est. Dei problemi sociali che ci sono, della crescente disoccupazione, degli interventi che ancora andrebbero fatti... Dicono che non hanno i soldi, ma che cosa hanno fatto questi per il sociale? Per noi del Borgo Sud Est, assolutamente nulla...”. La promessa di abolire il Tavolo Sociale non scoraggia però De Rosa. Anzi. “Presto faremo un’assemblea pubblica del quartiere per informare tutti i residenti delle intenzioni dell’amministrazione comunale - conclude il portavoce del Borgo Sud Est -. E organizzeremo anche una marcia a Chivasso, perché la gente deve sapere che noi non ci sentiamo cittadini di serie B e quest’amministrazione comunale non può far finta che noi non esistiamo. Non può trattarci in questa maniera”. “Se il Tavolo Sociale non è più stato convocato, la colpa è solo dell’amministrazioe comunale che non ha rispettato le promesse fatte in campagna elettorale e ha rallentato i lavori in maniera spropositata -inforca Bruno Prestia -. Io vivo nel quartiere da trent’anni e credo di conoscerli a fondo i problemi che ci sono. Qui le cose essenziali previste dal Contratto di Quartiere non sono mai partite, altro che. Ha poco da dire l’assessore che sono finiti i soldi: non è così. Se l’assessore De Col pensa di distruggere quello che abbiamo fatto in tanti anni di lavoro e sacrifici, si sbaglia di grosso. Non può farci una guerra politica: non c’è colore che tenga, intorno al Tavolo Sociale. Noi ci crediamo ancora, in questo organismo di rappresentanza, e lo dimostreremo all’assessore quanto siamo rappresentativi del Borgo Sud Est. Piuttosto mi chiedo come faccia a parlare lei che si è fatta vedere qui solo due volte e che fa l’assessore con meno di trenta voti. Ma chi si crede di rappresentare?”. “Vogliono organizzarci una consulta, ma a che titolo - prosegue Prestia -. Chi meglio di noi conosce la nostra realtà? Vogliono organizzarla per portarci i loro amici degli amici? Se vogliono spaventarci, troveranno pane per i loro denti. Il quartiere è unito, più che mai”.
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