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ETIMOLOGIA
28 Ottobre 2022 - 11:59
La parola di oggi: Atlante (Atlas), “colui che resiste” che sostiene il labile confine tra gli opposti, tra l’etere e le profondità del mondo, tra le stelle e le onde, tra l’ordine e il caos. Il cielo è tra le sue mani, il mondo è il suo più grande fardello, eppure non lo lascia andare. Atlante, un nome per tanti significati. Si pensi che con questo vocabolo si indica l’atlante, inteso come volume che raccoglie le carte geografiche, ma anche la prima vertebra cervicale (C1) della colonna vertebrale, così come la catena montuosa, “Massiccio dell’Atlante” appunto (che si estende per circa 2.500 km nell’Africa nord-occidentale attraversando Marocco, Algeria e Tunisia). Perché tutti questi elementi prendono lo stesso nome? La risposta ancora una volta è nel mito. Figlio del titano Giapeto e della oceanina Climene, Atlante era anch’egli un titano (i titani erano esseri giganteschi e fortissimi, e appartenevano alla prima generazione degli dèi) e reggeva sulle sue spalle la volta celeste; di qui l’espressione che si usa ancor oggi “reggere sulle spalle il peso del mondo”. Atlante fu pietrificato da Perseo che lo costrinse a guardare la testa di Medusa per punirlo del fatto che precedentemente non aveva voluto ospitarlo; così Atlante si trasformò nell’omonimo massiccio montuoso che di lui attualmente porta il nome. Ecco spiegato un significato. Mentre la prima vertebra cervicale si chiama così per similitudine, in virtù del fatto che regge il cranio, così come Atlante reggeva la volta celeste. Infine il comune nome attribuito all’atlante geografico deriva dal fatto che l’immagine di questo titano era rappresentata sulla copertina della più famosa raccolta cartografica realizzata nel 1595 da Gerardo Mercatore (Gerhard Kremer); successivamente ogni raccolta simile prese il nome da quell’immagine in copertina che era rimasta impressa nella memoria collettiva. Nietzsche, ne La nascita della tragedia, riconosce ad Atlante uno spirito duplice, Apollineo e Dionisiaco al contempo, una tendenza all’equilibrio e una allo stravolgimento dello stesso. Quando Atlante lascia il mondo cadere su di sé, non lo lascia andare: la follia di Dioniso incontra l’ordine di Apollo, in un equilibrio vibrante che si rinnova di epoca in epoca. Vedersi più forti di un dio è presunzione, definirsi più giusti è titanico. L’umanità non è figlia di dèi ma di un Titano. Nata dalla terra, cresciuta nel fuoco, vive grazie al coraggio di non accettare le cose come stanno, di far cadere il cielo dalle mani dei tiranni, e sostenerlo perché non crolli per sempre. Perché ogni grande rivoluzione chiama a sé l’arte di resistere.
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