Verde speranza. Un sabato mattina incontro quattro amici concittadini che si recavo ad acquistare il giornale e tutti avevano la maglietta di colore verde con diverse tonalità. Ed ecco allora questa mia riflessione sul colore verde, che è uno dei colori dello spettro percepiti da noi esseri umani, e il suo nome deriva da “viridis” che significa vivace. Colore dominante della natura, il verde è uno dei colori simbolo del Natale, proprio perché ricorda l'Abete. Su di noi ha molti effetti positivi, rilassa, mette buonumore e ci spinge ad andare avanti. E quando lo indossiamo mandiamo un messaggio di armonia. Questo colore è assunto come simbolo della vita, della fortuna, delle speranze, simbolo di rinnovamento, di mutamento, in natura è il colore principale in svariate sfumature durante la primavera. Simboleggia in un certo senso anche la solidità, sempre prendendo spunto dalla natura osserviamo che verde è lo stelo che regge il fiore. Il colore verde è un insieme di sensazioni di idee e di pensieri che ci trasciniamo dagli albori della società umana. Certo non era popolare tra gli antichi Greci che ci hanno lasciato testimonianza di un lessico cromatico molto limitato dove il verde non compare, ma solo il bianco, leucos il nero, mélos, e il rosso in una gamma piuttosto ampia. Nemmeno un sommo poeta come Omero accennò al verde, per i greci non era che una sfumatura pallida, debole e poco significativa, che finiva con lo smarrirsi in altre tinte. Bisognerà aspettare l’epoca ellenistica perchè il verde trovi posto nella lingua di Pericle, e su influenza del latino viene definito prasinós, color del porro. Al contrario già 4.000 anni fa gli antichi Egizi lo avevano in massima considerazione con una declinazione positiva, per loro era il colore della vegetazione e soprattutto del papiro, simbolo di rigenerazione e associato al dio Ptah ,il Grande Creatore colui che aveva portato l’ordine nel caos primordiale di un mondo acquatico. E anche il dio Osiride era chiamato “Il Grande Verde”, il dio che rinasce dopo la morte e di buon auspicio erano gli oggetti e le pietre di verde tinte. Il verde era rappresentato anche il dio assiro-babilonese Tammuz, che trascorsi agli inferi i mesi oscuri, risaliva a primavera per ricongiungersi alla dea Ishtar. I latini, al contrario dei greci, non avevano problemi a definire con il termine “viridis”, da cui deriva “verde” in tutte le lingue romanze, forse perchè popolo rurale più abituato a osservare l’ambiente circostante. Come i Germani, i latini sapevano tingere e dipingere il verde, ma a lungo lo considerarono un colore barbaro, tant’è che così vestivano a teatro il personaggio Germano, insolito e comico. Le difficoltà tecniche a fissare il colore, tuttavia, lo limitavano all’abbigliamento femminile, più fornito e variato, anche quando, nei primi secoli dell’era cristiana, divenne tinta alla moda, da indossare nella vita quotidiana e nelle occasioni più effimere dove un tocco di eccentricità non era fuori luogo. Nella Roma del Basso impero i neonati si avvolgevano nel verde per augurare loro buona sorte, nel Medioevo sceglievano questo colore le ragazze in cerca di marito, e poi, una volta accasate, lo indossavano nell’attesa del lieto evento. Lo splendido Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck (1434-1435), uno dei più famosi di tutta la storia della pittura, conservato alla National Gallery di Londra, mostra una donna incinta vestita di un sontuoso abito smeraldo, attributo del suo stato. In ambito cristiano, nella pittura medioevale, veniva spesso dipinta in verde la croce di Cristo, in quanto immagine di resurrezione e rigenerazione del genere umano Il Cristianesimo degli inizi non è stato invece molto interessato a questo colore, infatti i Padri della Chiesa ne parlano solo come colore della vegetazione anzi veniva in quel periodo storico un colore malefico perché colore del diavolo, delle streghe, dei draghi dei serpenti, che venivano raffigurati appunto in verde. La svolta ci fu quando Innocenzo III, il Papa più importante del Medioevo ,ancora cardinale, scrisse un trattato sull’uso dei paramenti sacri e decise che il verde era da considerarsi un colore medio da utilizzare quando non si useranno gli altri tre: bianco,nero e rosso.Ancor oggi il verde è il colore dei paramenti per le celebrazioni del tempo ordinario. Nel Nord Europa troviamo il verde barbarico, le tuniche dei pirati che assalgono chiese e monasteri, e anche i Vichinghi prediligono il verde. Il verde simboleggia l’Islam in quanto rappresenta il Paradiso, che in lingua persiana significa giardino ed è per questo il verde è il colore della bandiera dell’Organizzazione della Conferenza Islamica e come colore primario o secondario delle bandiere dei paesi islamici. Pensate che l’ottenimento del colore per mescolanza di giallo e blu risale solo al XVII sec.;prima di allora amalgamare i pigmenti era ritenuto atto diabolico. I tintori erano costretti a fare più passaggi dei tessuti nei vari colori per ottenere il colore voluto, senza mai miscelare le tinte ma sovrapponendole. A partire dall’Ottocento ha una collocazione accanto al rosso di cui è complementare. Nell’impressionismo si usa il verde per dipingere gli spazi aperti, ai pittori successivi tuttavia non piace. Del verde Mondrian scrive che è un colore inutile ed è considerato un colore pericoloso, tossico e corrosivo. Fino agli anni 50 del XX sec. è quasi assente negli oggetti come nelle decorazioni e nell’arredamento; si salva solo il color Kaki, unione di marrone giallo grigio e verde, solo in tempi recenti questo colore è rivalutato. Oggi le gradazioni del colore verde sono, giallo Chartreuse, Lime, verdegiallo, Tè verde, Chartreuse, verde chiaro, verde arlecchino, verde primavera, verde, verde ufficio, polpa di lime, verde pera, celadon, verde muschio, verde palude, verde lime, asparago, giada, verde persiano, verde erba, verde trifoglio, verde olivastro, verde islam, verde mimetico, verde oliva, verde marino, verde smeraldo, verde foresta, verde pino, verde Veronese, verde felce, verde cinabro, grigio asparago, verde cacciatore, verde inglese, verde legnano. Il verde è entrato nei modi di dire, si dice infatti verde come un aglio per indicare una persona esangue o malaticcia o di chi è livido per il freddo. Verde di bile per indicare la faccia piena di rabbia impotente, d'invidia, di livore e così via, tanto da impallidire in volto assumendo quasi il colore verde della bile. In passato si riteneva che la bile aumentasse di quantità sotto l'effetto della rabbia. Essere al verde, non avere denaro, essere senza un soldo. Questo modo di dire nasce dalla tradizione che una volta il verde era tradizionalmente il colore del tessuto che rivestiva internamente i forzieri, le cassette e la fodera della borsa appesa alla cintura in cui si teneva il denaro monetato. Quando si arrivava a vedere il colore delle fodere, significava che il denaro scarseggiava. Un'altra possibile origine si riallaccia al fatto che un tempo era uso tingere in verde l'estremità inferiore delle candele, per cui, quando il lucignolo arrivava a bruciare a quell'altezza, la candela era quasi alla fine. Una terza possibilità riconduce invece a certi tipi di verdure di cui si mangia abitualmente solo la parte bianca, come ad esempio il sedano, i porri, gli asparagi. Avere il pollice verde, questa espressione ha un significato abbastanza evidente: la si usa per riferirsi a chi ha una grande abilità nel coltivare e prendersi cura di piante e fiori o un orto. Ma perché proprio il verde? Beh, il colore verde, sul pollice in questo caso, è dovuto al contatto della mano con le piante quando non si utilizzano i guanti. Con concludo con il modo di dire nel verde degli anni, per indicare l'età giovanile, l’adolescenza come i germogli delle piante a primavera. Grazie di avermi letto e grazie ai simpatici amici che si sono prestati alla foto dandomi spunto per questa riflessione che con le loro storie hanno le camice verdi simili al verde di certe piante che spuntano appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che hanno radici profonde come loro Favria, 31.07.2021 Giorgio Cortese Buona giornata. La legna verde fa sempre fumo, l’erba del vicino è sempre la più verde ed io mi nutro di speranza che è sempre verde. Felice sabato.
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