Il 7 aprile scorso il Consiglio comunale di Ivrea ha bocciato la proposta di aderire all’Anagrafe antifascista promossa, sin dal 2017, dal Sindaco di Sant’Anna di Stazzema. Decisione che abbiamo già condannato in un precedente articolo, e che possiamo riassumere così: le amministrazioni di centro destra stanno sdoganando ogni e qualsiasi fascismo, vecchio e nuovo. Lo dicono gli episodi che giornalmente accadono in tutta Italia (per parlare solo del nostro Paese). Ed è indubbio che a questo clima, a questo vento che soffia ormai indisturbato o quasi, da destra, abbiano aderito e dato un sostanzioso contributo partiti come la Lega, che fa leva sui piccoli egoismi, sulle chiusure verso i migranti (che però impiega volentieri nelle sue “fabbrichette”), su un linguaggio rozzo intellettuale e morale. Linguaggio semplificato, senza nessun tentativo di capire la realtà, se non per mezzo di furbizie volte all’incasso immediato di voti. E così si è giunti ad intere zone in mano a questo centro-destra che così cattiva prova di sé sta dando anche nell’attuale pandemia. Come dubitare che l’attuale maggioranza eporediese abbia bocciato la mozione per l’Anagrafe antifascista? Ovunque vi sia una tale composizione nel governo di città e paesi, si manifesta sempre la stessa insofferenza verso la libertà, la democrazia, considerate un impaccio per il più bieco liberalismo. Insofferenza che si sfoga, da subito, sui simboli della Resistenza: lapidi, targhe, intitolazioni di vie, come se per anni essi avessero sofferto il predominio di valori morali: giustizia libertà democrazia solidarietà e pace che non erano assolutamente nelle loro corde, nei loro sentimenti, e non vedessero l’ora di rifarsi. In tali congerie non c’è posto per i “galantuomini”, anche laddove ci sono. Essi subiscono, si adeguano, si barcamenano. Quindi, anche ad Ivrea vi sono imbarazzo e fatica a porsi nuovamente nel solco giusto della Storia, come per tanti anni è avvenuto in una città definita “antifascista”. Una soluzione: iscriversi all’Anpi Ciò detto, ci domandiamo come mai non sorga spontanea, dagli stessi Cittadini, Associazioni, Partiti, una semplice domanda: ma allora, perché non ci iscriviamo in massa all’Anpi, che è il modo migliore per far parte di una Anagrafe antifascista forte di più di 120.000 aderenti? Non si tratta di un doppione, bensì della prima, vera Associazione antifascista che i galloni se li è conquistati sul campo iniziando dal 1936 (anzi prima) e costituitasi nel 1944. All’atto dell’iscrizione è richiesta una adesione piena e consapevole all’antifascismo. Non basta? Oppure è più semplice aderire virtualmente seguendo facili slogan sui social? Quante volte vediamo e leggiamo di tanti “leoni da tastiera” che fanno fuoco e fiamme contro questo o quel personaggio di destra, ma che sono assenti nelle piazze, e scansano abilmente ogni suggerimento di partecipare nell’Anpi? Eppure, l’Anpi ha una coerenza ed una dirittura morale fuor di dubbio. Non persegue facili alleanze (forse per questo non piace a qualcuno?), ma fa Memoria storica e difende la Costituzione! Come vedete, l’Anpi non esita a schierarsi su questi temi, ma si domanda perché siano così tiepide le risposte da parte di tanti Partiti e Associazioni quando lanciamo le nostre campagne di tesseramento. Allora facciamo nuovamente un appello a tutti: iscrivetevi in massa all’Anpi. E’ una soluzione che suggeriamo di cuore a tutti gli antifascisti. Chi aderirà? Noi, nel frattempo, continueremo a lavorare con l’aiuto dei tanti Cittadini che ci sostengono, e agli indecisi ricordiamo che la libertà, migliori condizioni di vita, un futuro per i nostri figli passa inevitabilmente attraverso un impegno da parte di tutti. Mario Beiletti
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