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SPARONE. Salvi tutti i posti di lavoro alla MTD: lavorano tutti, ma meno ore...

Sono salvi i posti di lavoro alla MTD di Sparone, che rischiavano una drastica riduzione. L’accordo raggiunto martedì 21 gennaio fra azienda e sindacati, dopo mesi di faticose trattative, stabilisce questo punto fermo: meno ore di lavoro per ciascuno ma lavoro per tutti. “Si tratta di un buon risultato – commenta il responsabile territoriale della FIOM Fabrizio Bellino E’ un accordo difensivo ma dignitoso”.

Il termine accordo difensivo la dice lunga su cosa significhi oggi parlare di successo in una trattativa sindacale: difficilmente al centro della contesa ci sono miglioramenti salariali o normativi, anche se ogni tanto situazioni del genere si verificano.  Il più delle volte si tratta di lottare strenuamente per salvare il salvabile.

In questo caso il rischio era forte: l’estate scorsa l’azienda aveva infatti dichiarato 35 esuberi su 94 dipendenti. Con l’accordo di martedì la parola “esuberi” è scomparsa. Invece di lasciare a casa quasi un terzo dei lavoratori,  ogni dipendente – da ora  alla fine di settembre - trascorrerà in fabbrica 30 ore a settimana. Altro punto fermo è che tale diminuzione non avrà ripercussioni sulle ferie né sui permessi, che matureranno pienamente. Spiega Bellino: “Non si tratta di questioni secondarie. Quando parliamo di permessi ci riferiamo a 104 ore e nel caso delle ferie a 168. Per chi ha superato i diciotto anni di anzianità lavorativa e per gli impiegati (peraltro pochi alla MTD) le ore aumentano perché le settimane cui hanno diritto non sono più quattro ma cinque”.

Oltre a questo si avrà anche un aumento significativo del Ticket per mancata mensa, che passerà da euro 1,50 a 5,29.

In gioco c’era anche l’orario settimanale. Ci si è accordati per due turni giornalieri che saranno di otto ore (dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22) il lunedì, martedì e mercoledì e di sei ore il giovedì mentre il venerdì la produzione rimarrà ferma. Potrebbero esserci delle differenze per gli impiegati con un cambio di giorno laddove fosse necessario per esigenze aziendali. 

Ottenere questi risultati non è stato facile, come spiega il responsabile della FIOM, sigla che rappresenta il 70% dei dipendenti MTD (il restante 30% è iscritto alla FIM-CISL): “L’azienda non voleva spendere nulla; noi chiedevamo garanzie precise. La trattativa si è trascinata per mesi fra alti e bassi: oltretutto l’assessore regionale al Lavoro Chiorino, che abbiamo subito coinvolto, era appena entrata in carica. Si sono verificati momenti di forte tensione, con discussioni pesanti: ci accusavano di essere troppo rigidi ma abbiamo resistito”.

Che Bellino sia un osso duro per le controparti non è una novità: è uno che, per difendere i diritti di coloro che rappresenta, tira la corda fino al limite e si ferma soltanto quando capisce che sta per spezzarsi. Se riesce a chiudere trattative considerate quasi impossibili è anche per questa sua tenacia.

L’accordo sottoscritto dalle parti durerà fino a settembre poi si tornerà all’orario normale. E se il lavoro  mancasse anche allora? La situazione sarebbe differente perché si potrebbe usufruire nuovamente della Cassa Integrazione, cosa al momento impossibile perché le ore a disposizione erano state esaurite nel periodo più critico vissuto dallo stabilimento ex-ILCAS, quello conclusosi  con il passaggio dalla IMS alla MTD.

Sulla Cassa in Deroga – precisa Bellinosi spera in modifiche normative e verrà convocato un tavolo nazionale ma i risultati arriveranno magari fra due o tre mesi: troppo tardi per l’azienda di Sparone, i cui vertici si sono  comunque impegnati a cercare e portare qui nuove commesse”.

L’accordo raggiunto ha anche l’obiettivo di rendere possibile un rilancio dello stabilimento se e quando la situazione nel settore Auto migliorerà: “Scendere al disotto del livello attuale di lavoratori – conclude il sindacalista – avrebbe reso anti-economica la sua gestione sebbene i costi vengano ripartiti con la SUSTA, che ha preso in affitto metà degli spazi e che ha alle proprie dipendenze 50 operai”.

Anche per questo i dipendenti MTD hanno infine accettato le trenta ore, benché i mugugni  comprensibilmente  non fossero mancati.

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