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Rebbio!

Rebbio! Rebbio dall’antico tedesco riffel, forca pettine con denti in ferro. Tale parola deriva dall’antico francone ripil o rippel da dove deriva il verbo inglese to reap, mietere. Dalla stessa radice deriva dal francese antico rifler il verbo inglese to rifle, arraffare. Oggi con rebbio si indica ciascuna delle punte della forca, del forcone e del tridente, del forchettone o della forchetta da tavola che hanno in genere quattro denti o rebbi. Si dice anche rebbio ciascuno dei due bracci del diapason e anche ciascuno dei due bracci delle manette usate per il trasferimento dei detenuti. Rebbiare deriva da rebbio e significa percuotere con i rebbî della forca e per estensione picchiare, bastonare in genere. Sempre dal rebbio deriva la parola retrattore, meno usato ritrattore che deriva da retrarre, sul modello dell’inglese retractor, uno strumento chirurgico, simile a una forchetta con i rebbi fortemente ricurvi, ma anche d’altro tipo, che serve a retrarre o divaricare i tessuti molli durante l’intervento, per agevolare l’accesso al campo operatorio sottostante. Come abbiamo detto all’inizio l’antica parola tedesca riffel significava anche forca che era l’attrezzo agricolo usato per smuovere e caricare fieno, paglia e prodotti analoghi; è per lo più fatto di un ramo biforcuto di legno duro, come il corniolo, oppure di un robusto manico di legno in fondo al quale è innestata una forcella di ferro a due o più denti, rebbi, leggermente arcuati ma anticamente era designata una lunga pertica terminante con due o più rebbi, usata come arma astata dal 15° al 17° Favria, 16 marzo Giorgio Cortese Nella vita di ogni giorno non abbiamo bisogno di dire a tutti a tutti quello che sappiamo fare, facciamolo e basta
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