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18 Ottobre 2018 - 11:24
Il progetto di recupero e riqualificazione dell’ex area militare c’è o non c’è? Intendiamo nero su bianco, in documenti e allegati tecnici scaricabili da qualche sito o in possesso di qualche ente pubblico. E in che cosa consiste precisamente?
Lo abbiamo chiesto al sindaco Vittorio Covacci, che è stato disponibilissimo e ha risposto a tutte le nostre domande. Anche se qualche dubbio ce l’abbiamo ancora. Approfondiremo.
“Il progetto esiste – assicura il sindaco – e potete chiederlo al Comune con un normalissimo accesso agli atti”.
Abbiamo all’incirca capito che la parte libera da edifici sarà utilizzata anche per un allevamento di maiali lasciati liberi, un allevamento non intensivo. Non abbiamo invece compreso quale destinazione hanno gli edifici, le palazzine, l’ex caserma…
“Purtroppo prima di utilizzare gli edifici bisogna liberarli dalle coperture di amianto. Prima non si può progettare nulla. Sono dai 3.000 ai 3.500 metri quadri di eternit. Senza avvicinarsi non è nemmeno facile stabilire dove è eternit e dove si tratta di altro materiale. Abbiamo coinvolto l’ASL e poi abbiamo utilizzato i satelliti, ma anche così non si riesce a distinguere nettamente e ovunque l’eternit da altro tipo di copertura”
Rimuovere e smaltire quell’amianto costerà molto?
“C’è un progetto già avallato dalla Regione, che cofinanzierà la bonifica con 25.000 euro”.
A parte la bonifica dell’amianto, a che punto è l’iter del progetto generale di riqualificazione dell’area?
“Il progetto è stato presentato al Demanio che l’ha approvato. Senza la loro approvazione l’area non sarebbe passata al Comune. La cessione è avvenuta il 2 ottobre. Di ciò che è accaduto prima – come il taglio degli alberi - il Comune non è responsabile”.
Si parla della realizzazione di un allevamento di maiali. Sarà distante dalle abitazioni?
“Prima di tutto devo dire che l’azienda agricola Parva Domus prevede di mettere 50 maiali in 36 ettari di terreno. Maiali così radi non producono la puzza di un allevamento intensivo. Lo so che un allevamento di polli intensivo deve mantenersi a 500 metri dalle abitazioni. Ma gli animali lasciati liberi odorano molto meno. Comunque abbiamo chiesto all’azienda agricola di tenersi a una distanza ragionevole, ad almeno 120 metri dalle case. Richiesta accolta: solo in un punto arriveranno a 20 metri. Non c’è solo un problema di eventuale puzza, ma anche di pericolo: un bimbo lasciato incustodito potrebbe avvicinarsi pericolosamente agli animali. Per questo bisogna che restino a una distanza sufficiente”.
La zona non edificata sarà tutta usata come allevamento?
“Assolutamente no. Ci teniamo a conservare il bosco, una risorsa importante per la qualità della vita. Vorremmo che il bosco diventasse un luogo per passeggiate e pic nic. Per noi quei vecchi alberi sono fondamentali”.
Residenti e minoranza lamentano che questa estate ne sono stati tagliati tanti, troppi. E’ vero?
“Purtroppo sì, anche se ribadisco che la responsabilità di ciò che avviene nell’area è del Comune solo dal 2 ottobre. Prima no. Tuttavia noi abbiamo vigilato e siamo intervenuti anche prima, per quanto di nostra competenza. Le cose sono andate in questo modo. C’era un progetto di tagli approvato dalla Forestale, che stabiliva con precisione quanto si dovesse tagliare. Il lavoro è stato affidato alla ditta Eurotec di Savigliano. A sua volta Eurotec ha subappaltato il lavoro. E il subappaltatore ha abbattuto troppi alberi e ha proseguito fino a settembre, finché è stato fermato”.
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