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TORINO. La ceramica italiana va all'estero e incanta gli austriaci.

TORINO. La ceramica italiana va all'estero e incanta gli austriaci.
Secondo la tradizione fu Marco Polo, più di settecento anni fa, a portare la porcellana in Europa, di ritorno da uno dei suoi viaggi in Cina. Da quel momento essa diventerà prerogativa di nobili e reali e oggetto dell’ossessione di alcuni che vollero in tutti i modi carpire i segreti della sua produzione e della sua materia di base. Un impulso decisivo venne dall’Europa centrale che a partire dal diciottesimo secolo cominciò la produzione della porcellana dura sul tipo di quella cinese; successivamente altre manifatture fiorirono in Austria, Italia, Francia e quasi ovunque nel vecchio continente. Nel 2018, trecento anni dopo, è ancora l’Europa centrale a cullare quest’antichissima arte e a condividerne gli splendori con il pubblico: dal 28 al 30 settembre Vienna è stata la sede di Keramik porzellan im Augarten, un’esposizione internazionale riservata a soli cinquanta produttori selezionati provenienti dall’Austria e dal resto d’Europa, accolta nella storica manifattura imperiale di porcellane della capitale austriaca. Il circolo dei cinquanta virtuosi viene scelto in base a criteri di alta qualità e varietà delle creazioni. Livia Marasso è stata una dei pochissimi rappresentanti italiani ad essere accettata nell’olimpo della ceramica austriaco. Architetto, nata a Bra, comincia a dedicarsi a quest’arte circa quindici anni fa e ne fa non solo la sua passione ma anche la sua attività professionale, fino ad aprire un laboratorio in Via Saluzzo a Torino, dove comincia anche a tenere corsi di ceramica per neofiti. Le sue collezioni sono improntate all’eleganza mentre la raffinatezza delle forme si unisce ad un’originalità difficilmente reperibile altrove, come gli oggetti realizzati con filamenti che si intersecano in un ordito sinuoso e morbido: l’occhio percepisce una sensazione di alta estetica, ma mai banale. La creatività non è il solo ingrediente di una ceramica di alto livello: un’idea si trasforma in una porcellana dopo un lungo processo, caratterizzato da tempi dilatati e costi non indifferenti. Ciò che ne vien fuori alla fine è un prodotto di artigianalità manuale pura che si porta dietro l’anima dell’artista. Partecipare alla fiera di Augarten però ripaga di tutto. (Per chi vuole appagarsi gli occhi il laboratorio si trova in Via Saluzzo 47/bis a Torino).
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