La stampa di questi giorni (e pure lo Spiffero) riporta la notizia di una “verifica tecnica” a firma di Aldo Corgiat (ex sindaco di Settimo Torinese), nella sua veste di Dirigente dell’Istituto Zooprofilattico, su spese fatte con le carte di credito aziendali da alcuni dirigenti e dal Direttore Generale Maria Caramelli. In particolare si parla, per ora, di qualche migliaia di Euro usati per girare in taxi per Torino, per farsi portare da casa al lavoro, ma anche per spostarsi (sempre in taxi) da Torino a Pisa e altre corse non meglio identificate con costi unitari di qualche centinaia di Euro e spese di viaggio per qualche decina di migliaia di euro l’anno per la sola direzione. Cosa c’è di male sembra dire la Dottoressa Direttore Generale, difendendosi poi con il fatto che nella relazione di Corgiat le date sarebbero sbagliate e che, naturalmente, è tutto un complotto contro di lei e che “adirà a vie legali”. Abbiamo provato a saperne di più dal diretto interessato ma i non comment sono impenetrabili anche se, conoscendolo bene come amministratore e politico, abbiamo colto la consueta determinazione ma anche preoccupazione per le possibili rappresaglie (in fondo si tratta del suo lavoro). Seguiremo ovviamente gli sviluppi, ma fin da subito ci teniamo a dire che tutti i dipendenti pubblici, e a maggior ragione chi come la Dottoressa Caramelli e tutti i direttori generali del Servizio Sanitario Regionale ha la responsabilità di vertice, ha il dovere di usare i soldi pubblici che amministra, non per le proprie comodità ma per fornire servizi ai cittadini. Di più, chi guadagna oltre 10 mila euro al mese netti e che recentemente si è visto aumentare lo stipendio di un ulteriore 20% l’anno grazie al regalo che la Regione Piemonte gli ha fatto (come se i problemi della sanità piemontese fossero questi), ha il dovere di considerare quel generoso compenso come onnicomprensivo (lo dice anche il contratto di lavoro approvato dalla Giunta Regionale) che, tradotto significa “comprensivo di tutto” e quindi anche di tutte quelle utilità molto costose per le tasche dei contribuenti quali possono essere le auto di servizio, i telefoni aziendali con relative chiamate, le spese di rappresentanza e di auto promozione e/o formazione, ecc. A chi di noi, con propri soldi, verrebbe mai in mente di prendere un taxi per andare da Torino a Pisa, a Genova o a Canicattì ? Ma gli organi di vigilanza dove sono ? La Regione Piemonte, recentemente colpita dall’inchiesta sulle cosiddette “spese pazze” dei politici dotati di carte di credito, oltre ad aumentargli gli stipendi, non pensa sia ora che anche i Direttori siano più controllati ? E se intanto sospendessimo l’uso per tutti gli Enti pubblici delle cosiddette carte di credito aziendali (in fondo semplificare i pagamenti con soldi pubblici di chi può tranquillamente anticipare di tasca propria e poi farsi rimborsare non ci pare un granché). La relazione di Corgiat si conclude con il suggerimento di verificare molte altre “aree di spesa” di quell’Ente. Sembra quasi Cottarelli e noi gli diciamo vai avanti, non farti intimidire. In fondo dovrebbe essere interesse di tutti capire se si spendono bene (o male) i soldi pubblici, specie in un settore come la sanità dove i soldi mancano e le persone che non possono permettersi il taxi devono sottoporsi a tempi di attesa infiniti e a trasferimenti di chilometri per avere accesso a prestazioni di cura.
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