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29 Giugno 2018 - 10:02
IN VIA GIANNONE HA SEDE LA FONDAZIONE
Andare a scuola senza zaino si può. Martedì, 26 giugno, alle ore 21, presso la sala Levi della biblioteca Archimede, Giorgio Borrometi, maestro e formatore, terrà una lezione di introduzione, aperta al pubblico, in cui illustrerà una nuova prassi di insegnamento denominata “Scuola senza zaino”, nata una ventina di anni fa in Toscana. Gli spazi e le aule degli istituti vengono organizzati per facilitare un sentimento di comunità che permette un migliore incontro tra docenti e allievi. I banchi non sono disposti in file e rivolti verso un unico punto dell’aula, ma sono sistemati in piccole isole per 5-6 ragazzi che si relazionano imparando insieme. In questa visione, inoltre, la scuola dovrebbe fornire tutto il materiale utile per lo studio e per la crescita degli alunni, perché studiare non è solo un atto di responsabilità individuale, ma anche sociale. Un tablet, ad esempio, come gli altri strumenti didattici, non è del singolo che ne può fare quello che vuole, ma lo si trova a scuola, è della scuola, quindi è di tutti. Il tablet, nella scuola senza zaino, diviene uno strumento condiviso, ed è proprio nella condivisione che si sviluppa il processo di apprendimento. Senza tralasciare che questo è anche un sistema egualitario d’istruzione: a tutti vengono dati gli stessi strumenti senza distinzione di classe sociale. “O ci salviamo insieme o non ci salviamo affatto- sottolinea Giorgio -La scuola deve diventare un sistema di relazioni per costruire una comunità educante nel continuo scambio di conoscenze tra docenti e allievi”. L’ambiente, quindi, diviene la base sulla quale costruire il futuro dei nostri bambini. Secondo questa filosofia, l’ambiente è inteso come valore culturale che consente ai soggetti in formazione di affermare la loro esistenza, in un processo continuo di realizzazione personale e sociale. In Italia ci sono 232 istituti, più di duemila docenti e oltre trentamila studenti che lavorano “Senza zaino”.
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