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IVREA. I “Freevax” irrompono nella campagna elettorale...

Igor Bosonin, candidato a sindaco di Casapound

Era la scorsa estate quando il decreto legge Lorenzin, per intenderci quello che reintroduce l’obbligatorietà dei vaccini, entra in vigore. Di pari passo in tutta Italia nascono gruppi spontanei di genitori che per motivi e storie diverse si ritrovano sotto la bandiera FreeVax. Gruppi di trogloditi antiscientifici? Non proprio, tra le fila si trovano ingegneri, medici, ricercatori ma anche metalmeccanici, segretarie e casalinghe.  Insomma uno spaccato di società che per la sua eterogeneità sarebbe un errore etichettare come “ignoranti”. Il nodo della questione pare risiedere più nella sfera dell’etica che nell’orbita scientifica e riguarda la libertà di scelta, ed in questo caso riguarda la scelta di vaccinare i propri figli o meno oppure scegliere i vaccini in base ai rischi a cui è esposto il proprio figlio. Insomma, una medicina mirata e personalizzata, scevra da influenze politiche ed economiche, antropocentrica e libera. Ma torniamo al dunque, l’altra settimana presso lo ZAC, si è tenuto un incontro elettorale in cui i candidati a sindaco venivano interpellati su varie tematiche. Già in quell’occasione alcuni genitori tentarono di sottoporre alcune domande, ma senza trovar risposta, vuoi per il metodo vuoi perché non erano previste, le domande non furono oggetto di dibattito. Da alcuni mesi, nella zona d’Ivrea è nel frattempo nato il Comitato Libertà Vaccinale Ivrea, il cui obiettivo è raggruppare e dare una veste giuridica ai vari gruppetti autonomi sorti durante l’anno. Sono un centinaio gli aderenti e quale “battesimo del fuoco” migliore se non la campagna elettorale?   Le domande 1) Cosa ne pensa del decreto Lorenzin?  2) Qualora un dirigente scolastico richiedesse un suo intervento per attuare un’espulsione, come si comporterebbe?  3) È favorevole alla libera scelta vaccinale? Ecco le risposte di Comotto, Perinetti e Bosonin e Fresc. Stefano Sertoli (candidato a sindaco di Forza Ivrea, Lega, Insieme per Ivrea e Cambiamo Insieme) si è astenuto.    Igor Bosonin
Igor Bosonin, candidato a sindaco di Casapound
1. Il decreto Lorenzin fa acqua da tutte le parti, partiamo però dal presupposto importantissimo che siamo contrari al fatto che lo Stato obblighi i cittadini ad utilizzare i prodotti di Multinazionali. Nessun tabù sui vaccini, ma il vaccino deve essere pubblico o a costo ZERO per lo Stato (non solo per il vaccinato) perché quando è in ballo un qualunque profitto è giusto non fidarsi sopratutto di una multinazionale e di un politico. 2. Un “nostro” figlio non può non andare a scuola: proporrei che i bambini abbiano controlli medici costanti al fine di non trasmettere malattie ad altri bimbi, pena l’espulsione dall’Istituto solo in quel caso, e varrebbe per tutti. 3. Sì, più che altro non ci si può fidare nè di una multinazionale, nè di un politicante in questo momento storico. Nei contesti collettivi come la scuola dall’obbligo (pubblica) non ci si può permettere che nessuno faccia male a nessuno: più controlli per tutti a prescindere dalle scelte personali. Maurizio Perinetti
Maurizio Perinetti, candidato a sindaco di Pd, Moderati, Libera sinistra e Ivrea + bella
1. Gli obiettivi del decreto Lorenzin puntano, sulla base delle raccomandazioni espresse dall’Organizzazione mondiale della sanità, a tutelare il più possibile la salute dei cittadini in particolare quelli più giovani. Tra l’altro i beneficiari più importanti sarebbero proprio quei bambini che per motivi vari non possono vaccinarsi e quindi sarebbero i più esposti alla contrazione di malattie infettive. 2. Io credo che un Sindaco abbia il dovere di rispettare la legge dello Strato e quindi mi comporterei di conseguenza a quanto previsto dalla normativa. 3. Penso che sia necessario comportarsi secondo quanto previsto dalle norme in materia, tra l’altro norme previste dal legislatore sulla base di confronti e approfondimenti fatti con gli esperti in materia. Francesco Comotto
Francesco Comotto, candidato a sindaco di Viviamo Ivrea, Cambiamo Ivrea e Ivrea Comune
1. Premetto che la modalità di fare politica che vorremmo introdurre nella prossima amministrazione della città prevede l’ascolto e la condivisione dell’intero Consiglio Comunale soprattutto per i temi che non riguardano la normale amministrazione come potrebbe essere quello dei vaccini. La mia risposta sarà quindi a titolo personale. Penso che decisioni di questo tipo dovrebbero seguire un approfondito dibattito parlamentare, suffragato dalla comunità scientifica, per non rischiare di essere condizionate dall’emotività del momento come invece pare sia accaduto. L’attività del Ministro Lorenzin non la reputo un esempio di buona politica tanto che lo stesso decreto vaccini ha subito delle modifiche dopo la sua approvazione in seguito alle pressanti proteste. Modifiche che si sarebbero potute introdurre prima. 2. Sulle espulsioni non c’è molta chiarezza soprattutto sul chi deve fare cosa. Bisogna essere chiari sul ruolo di chi esprime il proprio pensiero. Se rispondo da cittadino posso dire ciò che penso senza grandi problemi, ma se devo rispondere da rappresentante delle istituzioni non posso che rimarcare il fatto che un Sindaco non può andare oltre le norme di carattere generale definite dalla legge dovendo ragionare peraltro nell’interesse di tutti a partire dai soggetti a rischio come ad esempio gli immunodepressi. Sulla questione delle espulsioni va anche detto che al diritto alla salute va affiancato il diritto allo studio per cui personalmente perseguirei tutte le strade possibili per non impedire a nessuno di frequentare la scuola soprattutto tenuto conto del fatto che dalla scadenza di vaccinazione del 10 marzo mancavano alla fine della scuola un paio di mesi soltanto. 3. Sarei favorevole alla libera scelta vaccinale se vivessimo in una società evoluta dal punto di vista delle responsabilità sociale. Il mio pensiero va infatti agli immunodepressi o ai soggetti deboli la cui incolumità potrebbe venire messa a repentaglio da una non adeguata copertura vaccinale. Ciò non toglie che il dibattito sul numero complessivo e la tipologia di vaccini imposti dal decreto Lorenzin avrebbe dovuto essere più approfondito. In caso di nostra vittoria alle elezioni potremmo dare vita ad un dibattito pubblico partecipato ascoltando i pareri delle parti contrapposte per poi esprimersi a livello di Consiglio Comunale sempre rimanendo nell’alveo delle competenze ad esso spettanti. Massimo Fresc
Massimo Fresc, candidato a sindaco dei cinquestelle
1. Lo strumento del decreto non è stato appropriato, non ci sono emergenze che lo giustificano. Sarebbe stato appropriato un ampio dibattito nel paese e un altrettanto ampio dibattito in Parlamento. Considerata l’importanza delle questioni relative alla salute e alla libertà delle persone di decidere come tutelare la propria salute all’interno di una Comunità, è mancato il confronto e la partecipazione necessari. Una possibilità di crescita culturale e civile si è trasformato in uno scontro confuso ed emotivo. Il diritto allo studio e all’integrazione sociale sono valori centrali di una Comunità. Il percorso sbagliato e frettoloso intrapreso dal ministro ha creato il paradosso che alcuni bambini sono stati esclusi ed emarginati dai loro compagni, questa è una grande responsabilità, la situazione poteva essere evitata. 2. Il Sindaco, coinvolgendo il Consiglio Comunale e rispettando la legge, dovrebbe trovare gli spazi d’azione per evitare le espulsioni e nel contempo garantire che alunni a rischio, perché immunodepressi o sensibili, possano evitare di essere esposti a rischi. Detto questo, vi sarebbero le condizioni per approvare le affermazioni di Chiara Appendino che si è manifestata contraria all’uso dei vigili per allontanare gli alunni.   3. Sono favorevole alla libera scelta vaccinale, ma in una Comunità devono convivere diritti diversi, tra questi il diritto ala salute di soggetti deboli. In casi di pandemie molto pericolose o mortali, la libertà di scelta vaccinale deve essere limitata, ma sarebbero i genitori stessi a comprenderne l’esigenza.
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