Quando i soldi ci sono mancano le idee La crisi economica oggi si fa sentire e l’incapacità della classe dirigente, con particolare riferimento a quella politica, fa sì che, parlando di spesa pubblica, uno dei primi settori assoggettati alla mannaia dei tagli indiscriminati sia diventato quello della cultura. Questo, per un paese come l’Italia che con la cultura, il turismo e tutto quanto ruota intorno al benessere psico-fisico delle persone, ci potrebbe vivere, si rivela come uno dei più classici autogol. I tagli alla cultura fanno dire ai nostri amministratori che senza risorse non si può né investire né promuovere l’espressione artistica e/o la creatività in senso lato. Questo nel resto d’Italia; ma ad Ivrea si dà il caso che, circa un decennio fa, una facoltosa signora eporediese, morendo, lasciò alla collettività un consistente patrimonio, artistico ma anche economico, con l’unica condizione che venisse utilizzato per finalità di promozione e sviluppo della cultura nella città e nel suo territorio, comprendendo la possibilità di compiere investimenti anche di tipo strutturale e citando a titolo di esempio la sistemazione della Biblioteca e/o del Museo civico. Dovendo scegliere da quale dei due interventi partire l’amministrazione di allora puntò sulla riapertura del museo ma se avesse chiesto il parere della cittadinanza probabilmente la scelta sarebbe stata diversa. Questa è acqua passata, veniamo ai giorni nostri. E’ dai tempi della campagna elettorale di aprile-maggio che sentiamo dire dal Sindaco che a breve il museo riaprirà i battenti. Prima la fine dell’estate poi si è andati a ottobre, dicembre ed ora … se ne riparlerà nell’anno nuovo. I cittadini ed anche i consiglieri, per lo meno quelli di minoranza, non riescono ad immaginare quali preziosi cimeli si celino nelle rinnovate sale espositive, quali costi di gestione si dovranno affrontare, quanto personale sarà necessario e quali elementi attrattori sapranno catturare visitatori in un periodo in cui tutti i musei, compresi quelli più innovativi e famosi, faticano a rimanere aperti. Capita che, parlando con componenti della vecchia amministrazione, si scopre che le stesse domande se le erano già poste i precedenti consiglieri tanto che con la delibera n°7 del 13 febbraio 2012 dal significativo titolo: “Linee di indirizzo per la gestione del museo civico Garda” chiedevano a Sindaco, Giunta e uffici competenti di redigere un piano economico-finanziario e un modello di gestione oltre un piano di promozione del museo stesso. Semplice no? Hanno anche imposto un limite temporale: maggio 2012. In fondo è solo passato un anno e mezzo … A noi risulta che nulla di tutto ciò sia stato fatto e rimaniamo fiduciosi in attesa della prossima promessa di apertura di un museo che, a forza di rimanere chiuso, sarà già sorpassato ancora prima di aprire i battenti.
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