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24 Aprile 2018 - 11:56
Sarà l’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte ad intervenire sul ministero dello Sviluppo Economico per perorare la causa della M.T.D. di Sparone: all’azienda serve un periodo di Cassa Integrazione ma il ministero non la vuole concedere.
Di cosa si tratta?
Non è un grosso problema strutturale bensì una questione contingente, che riguarda la seconda metà di quest’anno.
C’è da crederci, visto che a dirlo è il responsabile della FIOM Fabrizio Bellino, che non ha l’abitudine di minimizzare le situazioni critiche. E’ lui a spiegare di cosa si tratta: “C’è un calo produttivo legato a quello della Maserati. Quando si ha a che fare con un settore di nicchia come questo (quel SUV costa 140.000 euro!), basta poco per avere un’impennata di produzione in percentuale ed altrettanto poco per ritrovarsi di fronte ad un calo consistente. Non dimentichiamo che alla Maserati, così come alla Bertone, si fa Cassa: 15 giorni in fabbrica e 15 a casa. Si lavora dappertutto; solo a Torino ci sono problemi…”.
Fino a maggio il lavoro c’è – precisa – e ce ne sarà di nuovo da dicembre: l’azienda ha cercato e trovato altri committenti per nuove produzioni. Serve qualche mese per allestire le linee. Aggiunge: “Non è nemmeno detto che il calo produttivo persista così a lungo: potrebbe accadere che la Maserati rinvii l’immissione sul mercato del suo nuovo modello e che continui a produrre quello vecchio ancora per un po’ In quel caso per la MTD ci sarebbe sicuramente lavoro…”.
Dove sta il problema?
“Nella legge – dice ancora Bellino - che ha riformato la Cassa Integrazione e gli ammortizzatori sociali, riducendoli drasticamente: se prima si potevano fare 36 mesi di Cassa in 5 anni, ora i mesi sono 24 e con paletti precisi. Poi il governo si è accorto che aveva tagliato troppo ed è corso ai ripari con un decreto che prevede delle deroghe in condizioni particolari”.
Il paradosso è che l’azienda sparonese ha fatto troppa Cassa per poterla riottenere secondo le procedure ordinarie; troppo poca per rientrare nei parametri previsti dal decreto.
Questo almeno è quanto pensa il ministero: non è d’accordo l’AMMA (l’associazione che raggruppa le aziende metalmeccaniche) e che, insieme alla FIOM, ha chiesto alla Regione di intervenire presso lo stesso ministero, spiegando il contesto ed in particolare la situazione in cui versava l’allora IMS allorché venne acquisita dal gruppo Tiberina.
La richiesta è stata accolta dall’assessore regionale Gianna Pentenero , che si è riservata di incontrare le parti tra la fine di aprile ed i primi giorni di maggio.
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