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IVREA. 25 aprile Walt Disney

IVREA. 25 aprile Walt Disney

Il venir meno di una serie di impegni, mi ha piacevolmente dilatato il tempo dedicabile alla lettura. Per una volta l’attenzione è stata attratta da un episodio storico molto particolare che potrebbe bene inserirsi in quel clima celebrativo che, con l’avvicinarsi della data del 25 Aprile, non tarderà a manifestarsi appieno nel nostro Paese, con in testa il Presidente Mattarella.

Per di più si può ottimamente accostare a tanti episodi e dichiarazioni recenti aventi come obiettivo l’accostamento al fascismo di tutto quello che non risulta congeniale a quell’area catto-comunista che invece può tranquillamente imperversare alla faccia di tante asserzioni sottoscritte in ogni occasione contro tutti i totalitarismi. Sarebbe interessante vedere gli effetti delle sparate d’illuminati come Fiano e Boldrini sull’opportunità di demolire gli edifici fabbricati durante il ventennio. Quanto lavoro per gli ingegneri!, ammesso che ci fossero i danè!  Forse sarebbe l’occasione per confrontare come sono stati spesi i soldi pubblici nel primo decennio di quel periodo storico rispetto ai decenni della Repubblica, senza neanche esagerare a tirare in ballo gli anni di totale involuzione della presunta “spending review”. E’ proprio il caso di dire che “fare di tutte le erbe …un fascio” non ha per la verità portato un gran chè di risultato alla sinistra intransigente nelle ultime elezioni politiche del 4 marzo.

Ma, ritenendo che la caccia al “male assoluto” avrà nei prossimi giorni un incremento di revival, vorrei apportare un piccolo contributo personale in quella direzione  suggerendo e segnalando una circostanza che forse è sfuggita ai più e che proprio il maggior tempo disponibile di questi ultimi giorni mi ha permesso invece di cogliere appieno. Dunque, mi risulta che intere generazioni del dopoguerra sono cresciute con il mito dei personaggi creati da Walter Elias Disney, conosciuto come Walt Disney (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966), animatore, imprenditore, disegnatore, cineasta, doppiatore e produttore cinematografico statunitense. Annoverato tra i principali cineasti del XX secolo e riconosciuto come il padre dei film d’animazione, Walt Disney ha  creato Disneyland, il primo e più famoso dei parchi a tema. Con i suoi collaboratori ha creato molti dei più famosi personaggi dei cartoni animati del mondo; uno di questi, Topolino, è secondo molti il suo alter ego.

Walt Disney è la persona che ha vinto più Oscar in tutta la storia del Cinema, ha ricevuto 59 nomination, vinto 4 oscar onorari alla carriera nel 1932 (per l’ideazione di Topolino), nel 1939 (per Biancaneve e i sette nani, “Riconosciuto come una significativa innovazione sullo schermo che ha affascinato milioni di persone ed è stato il pioniere in un importante campo dell’intrattenimento”) e due nel 1942. Fin qui tutto bene, se non che nel 1935 Walt Disney fece un viaggio turistico/commerciale in Europa, venendo anche in Italia, per diletto e per definire il passaggio dei diritti dei suoi personaggi dal fiorentino Nerbini al milanese Mondadori (il primo numero di “Topolino” formato giornale, era stato stampato a Firenze da Nerbini nel dicembre del 1932). E qui ahime, l’imperdonabile fattaccio! Furono storici i suoi contatti con Edda e Galeazzo Ciano e Walt, risulta che  incontrò pure il Duce! Ad aggravare le circostanze di collusione con il diabolico regime è pure vero che nel 1938, quando si trattò di favorire il fumetto italiano contro la preponderanza americana, il Duce si raccomandò personalmente con i vertici del MinCulPop di non toccare il celebre Topo disneyano. Tutto ciò emerge da un libro di Alessandro Barbera dal titolo “Paperino reazionario. Nuove note sull’ideologia di Walt Disney”, edito da L’Arco e la Corte. L’amore per il fumetto internazionale nutrito dalla famiglia Mussolini si sarebbe indirizzato soprattutto verso le avventure classiche e i prodotti disneyani.

Fra i fumetti preferiti c’erano al primo posto Mickey Mouse e i grandi eroi dell’azione e dell’umorismo – come Mandrake, Cino & Franco, L’Uomo Mascherato, FlashGordon e Braccio di Ferro. Fu nel luglio dell’estate del 1935 che Disney venne la bella idea di venire in Italia, nel corso di un viaggio in Europa. Walt Disney viaggiò insieme alla moglie Lillian e al fratello Roy, accompagnato dalla consorte Edna. Il gruppo partì nel giugno del 1935 da New York, sul Normandie: i Disney toccarono il Regno Unito, la Francia, la Germania, l’Austria, la Svizzera e l’Italia; infine, salpando da Genova, tornarono in America il 1° agosto, a bordo del Rex. A Roma fu ricevuto da Mussolini a Palazzo Venezia. Nel pomeriggio  dello stesso giorno fu ospite a Villa Torlonia, abitazione della famiglia Mussolini, dove donna Rachele fece trovare all’ospite una torta con sopra disegnato un Topolino.

Disney regalò al figlio del duce il piccolo Romano, un Topolino in legno dell’altezza di un metro. Si parlò naturalmente di Topolino, di Minnie e di Paperino, che cominciava ad affacciarsi e che sarebbe divenuto uno dei beniamini di intere generazioni di bambini nel dopo guerra. Pare sia stato un incontro simpaticissimo e cordialissimo. Dell’incontro fra Walt e Benito ci sono prove e indizi a favore di questa ipotesi, esiste uno scatto del Duce, conservato negli Archivi della WDC, autografato con dedica a Disney. Il ritratto fu eseguito a Roma dalla fotografa ungherese Ghitta Carell e la scritta vergata dal Duce recita: «A Walt Disney, with cordial regards and compliments. Roma, 21 luglio 1935-XIII. Mussolini». In quegli anni e almeno fino all’inizio del conflitto Walt Disney, politicamente, aveva una posizione non avversa ai socialismi nazionali europei.  Il suo sentimento antibolscevico era ben noto (tanto che si hanno tracce di una sua collaborazione con l’FBI in funzione anticomunista), anche se molto spesso gli viene affibbiata più l’etichetta di “conservatore reazionario” che quella di “rivoluzionario”.

Noti di Walt Disney anche l’impegno per la pace e per evitare il coinvolgimento degli USA nella seconda guerra mondiale e l’anticipazione di fatti in seguito accaduti davvero , come la bomba atomica sganciata dagli americani sul Giappone. Ce n’è a sufficienza per organizzare al più presto grandi raccolte di fumetti disneyani e innescare enormi pubblici falò purificatori. C’è bisogno di cancellare l’immagine del simpatico e pure sfigato Paperino, esempio deleterio di reazionario, di interprete di pericolosi valori tradizionali. Proposte di mito, di fiaba, in una società ossessionata dal consumo e dal profitto. Un precursore della rivolta contro i valori della società moderna. Insomma anche lui uno da considerare per coerenza dalla parte sbagliata, come tutti quelli che ovviamente non sono dalla “loro” parte. 

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